Il volo per Roma mi aspetta alle 7 e 30 a Ronchi dei Legionari.
Faccio chiamare il taxi dalla segreteria. In segreteria ho lasciato la mia valigia.
La recupero più tardi.
Spillo A7 a cuori da bottone e faccio un raise 4x. Lo small blind è Fulvio, di solito folda facile.
Il BB è il sosia di Prodi. Folda sempre.
Arrivo all’aeroporto. Coda al check in. Tocca a me.
“Scusi, lei ha solo il bagaglio a mano?”
Guardo la mia tracolla. La valigia non c’è.
Do di matto. Me ne accorgo solo di fronte alla signora del check in.
La mia valigia è rimasta a Trieste. In segreteria.
Guido e Luca, i miei colleghi ridono.
Fulvio mi guarda a lungo. E re-raisa all in di 9000 fiches. Me ne restano 11.800.
Fold. Fulvio mi mostra 77. Ride.
Salgo in aereo. Tutto l’aereo parla delle elezioni. La Lega, PDL, PD.
“Il vero sconfitto è Veltroni”.
“Il vero successo è della Lega”.
Un passeggero fa il saluto romano a un amico per prenderlo in giro.
“Semo tornadi!”
Sono in tilt.
E faccio finta di dormire per non essere coinvolto nelle discussioni dei miei colleghi.
Spillo KK da cut off. “Raise, 1100”.
Faccio un rilancio minimo dando l’idea di essere completamente in tilt.
Fulvio decide per un call da bottone mentre Prodi mi va sopra di 2500.
E’ carico. Ma non più di me.
Fingendo di dormire mi addormento. Sogno mio padre di tanti anni fa.
Era il primo volo. Uno dei quelli in cui ti danno l’attestato.
Stavamo percorrendo in bus la strada che da Termini porta a Fiumicino.
Mio padre mi spiegava il socialismo. Io guardavo fuori dal finestrino affascinato da tutte quelle capanne abitate che stavano lungo il Tevere in periferia. Non riuscivo a capacitarmi che l’Africa fosse proprio qui.
Con lo sguardo colgo un ragazzino vicino alla strada appena fuori da una quelle capanne.
Se Prodi mi rilancia 2500 significa che:
– non ha AA perché AA non lo sa gestire. Sarebbe andato all in immediatamente
– gli faccio due mani possibili. La prima AK ma non credo. Con AK lui chiama, non rilancia. La seconda, molto più probabile è QQ.
Ci penso. E decido di mandarlo ai resti “All-in” per 11.800 fiches.
Il ragazzino del Lungo Tevere maneggia qualcosa in mano ma non capisco cosa. Corre accanto al bus che sta rallentando, quasi fermo. Un attimo dopo ho la testa coperta di vetri.
Mentre il ragazzino scappa. Con una fionda in mano. Mio padre mi abbraccia e fa fermare il bus.
L’autista è incazzato per il vetro rotto.
Prodi non ci pensa un istante. E chiama immediatamente.
Mi gira QQ, è sotto un treno.
Ho l’80% di probabilità di vittoria.
“Un po’ come Illy prima delle votazioni”, penso.
Mi sveglio urlando. Sono sudato.
I miei colleghi si girano a guardarmi. E sorridono del mio brutto sogno.
Scendo dall’aereo e aspetto il bus che mi porta all’aeroporto.
Accanto a me c’è un uomo tarchiato.
Con la 24h e gli occhiali di tartaruga.
Scende il flop.
AQA
Turn: 7.
River: 3.
Out, fuori dal torneo.
Mi alzo e penso “Dio Cane”.
Ho perso.
Salgo sul bus. Il tizio tarchiato fa quello che fanno tutti appena scendono dall’aereo.
Accende il cellulare.
Lo fisso.
Sta per scrivere un sms.
Sporgo la testa per vedere meglio il display.
Nel display c’è scritto “Eia Eia Alalà”.
Musica la disfatta: The Fugees