Mi sveglio. Tardo pomeriggio.
Travolto da incubi terribili a sfondo balcanico.
Tento di lavare il ricordo di una bandiera croata sventolata di fronte alla madonna di Medjugorie, con dell’acqua fredda. Non basta.
Ho bisogno di una doccia.
Mi spoglio.
Rade, Albin e Rustem sono i tre peli che porto nel mezzo del petto.
Da stamattina sono intrecciati a formare la scritta “Jo negociata, vetëvendosje”.
Vogliono l’autodeterminazione.
Stanno organizzando un pogrom antiserbo.
Ma hanno scelto la giornata sbagliata.
In un impeto islamofobo, impugno il trilama e soffoco il focolaio.
Stermino alcune sacche di resistenza sotto le ascelle.
Ma sono poche milizie. Non c’è opposizione.
Mi spalmo lungo tutta la pelle una crema da corpo comprata al LIDL.
Mi spruzzo una goccia della nuova fragranza di Viktor and Rolf
per coprire l’odore germanico dell’unguento.
Indosso un giubbotto nero di ecopelle e un paio di occhiali con lenti finte.
Esco di casa.
Incrocio Beppe. E’ solo in terrazza. La moglie è partita per Napoli.
Sbuccia malinconico un saccheto di piselli ascoltando neomelodici napoletani.
Il mio look “Fronte del Porto” mal si concilia con lo scenario “LoveStory a Secondigliano”.
Faccio in fretta. E lo liquido con un cenno della mano.
Stasera ho un appuntamento nuovo. Socialità inesplorate, invitato da amici di amici.
Ne ho bisogno. Non conosco qualcuno dall’ultima volta che ho scambiato due chiacchiere con un puttaniere rumeno al bar del Perla. Tentava di coinvolgermi nel suo tentativo di comprarsi la barista. Non scherzo, voleva proprio “comprarsela”.
La Zagat di Trieste, questa sera mi segnala l’inaugurazione del Circolo.
La recensisce con una stella su cinque. Il commento recita:
“Se fai parte di quelli che vanno a Londra per vedere le ultime creste Punk,
questo posto fa per te. Il Circolo ti regalerà una rassegna di Pashmine, Eskimo e Dreadlocks unica nel suo genere”.
Riconosco il flatus voci che mi proviene dallo stomaco. E’ una bestemmia.
L’appuntamento è fra un’ora. Al Circolo.
Ho bisogno di un drink borghese per governare l’attesa. Ordino un Martini Bianco on the rocks. Lo agito.
“Questa sera accadrà”.
Sta scritto sui fondi del Martini.
Prendete i Groove Armada e metteteli a scrivere una colonna sonora per l’aperitivo.