Mittelmedia

Posted by admin | Brodo | martedì 28 Ottobre 2008 15:26

Senti,
ciao.

Fidati,
mi piacerebbe passare qui molto ma molto tempo.
Mi è anche tornata la voglia di scrivere. Nonostante il poker.

Faccio la spola da Trieste a Milano, ogni settimana.
Anzi “Su Milano”. Dopo il “piuttosto che”, il nuovo trend linguistico
è quello della preposizione “su”.

“Hey dov’eri ieri che ti cercavo?”
“Eh, avevo un appuntamento SU Venezia”

Mala Tempora Currunt.

Io e Milic tentiamo di frenare la decadenza organizzando un convegno
meraviglioso domani nella sede di Interpreti e Traduttori a Trieste.
Noi la chiamiamo Narodni Dom che fa fico.
Si inizia alle 9 del mattino.

Vi lascio il programma.

Poi la sera ci troviamo tutti a Capodistria.
Noi la chiamiamo Koper che fa fico.
Ma fa tanto fico sul serio perché è l’anagramma di Poker.
Ci troviamo alle 20,
presso la sede di Vinakoper,
– si beve gratis
– si mangia gratis
– si ascolta musica euroregionale gratis


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Breve intervallo locale

Posted by admin | Brodo | martedì 14 Ottobre 2008 14:12

Se uno va in edicola oggi e si compra il Piccolo
ci trova una notizia che sembra una delle tante notizie.

Però poi magari capita su edtv e cambia idea. O almeno spero.
La notizia è in prima pagina.

Si parla del crack di Goliardica Group.
Per chi non lo sapesse Goliardica non era solo una libreria universitaria qui a Trieste,
era anche una casa editrice e aveva mire di diventare un vero e proprio
franchising nazionale delle librerie universitarie.

All’epoca avevo iniziato una consulenza per uno dei soci,
con cui lavoravo molto bene. A un certo punto più nulla.
So che c’erano problemi tra i due soci, ma il mio referente era completamente
sparito. Grazie al cielo non avevo ancora firmato nulla.

Oggi apro il Piccolo e scopro che “pare” uno dei soci (non quello con cui avevo a che fare io)
si sia intascato qualcosa come 280 mila euro prelevati dalla società
con metodi non così leciti. E il mitico PM Tito si sta lanciando
in un “j’accuse” non da poco contro tal Zuttion, indagato
per alcuni capi d’accusa che non vi sto a riportare.

Niente di straordinario, direte voi.
Sono cose che accadono.

Certo.
Se non fosse che tal Zuttion,
fino a qualche tempo fa
era il docente di
ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE EDITORIALI,
a Scienze della Comunicazione, of Course.

Incidere una svastica sulla carrozzeria di un’auto francese- Parte I

Posted by admin | Brodo | venerdì 3 Ottobre 2008 17:16

Apro gli occhi alle 8.
La sveglia del sabato mattina
me la dà un albatross che passeggia
sopra il mio lucernaio.

albatross.jpg

Ha fatto il nido accanto alla parabola di Sky.
Sono contento che i cuccioli crescano
col sottofondo dei mondiali di freccette, su Eurosport2

nido.jpg

Cambio canale e mi sintonizzo
trepidante sul mio cult del momento:
Loggione“, Canale5.
Va in onda “una furtiva lagrima”,
Pavarotti Version, un incubo per qualsiasi melomane.
Confrontate voi stessi:

Luciano Pavarotti

Qui invece lo stesso pezzo ma con la voce di Tito Schipa:

Tito Schipa

Controllo la posta:
– ci trovo un’intervista a olivier busquet
– un invito a un freeroll settimanale
– una mail che porta come oggetto “In bocca al lupo per lo IULM“La mail è lunghissima.
Una sorta di saga.
E’ una lettera stupenda.
Nelle ultime righe, l’autrice mi dà il consenso a pubblicarla
a patto che io cambi qualsiasi riferimento che possa ricondurre
anche lontanamente a lei.

“Caro EdTv,
questa mail te la scrivo pochi giorni prima
dell’inizio del tuo insegnamento a Milano
(IULM, 20 ottobre n.d.r.).
Gli scopi sono due, il primo è quello
di augurarti ogni bene, il secondo è quello di
raccontarti una storia. La cui morale è l’invidia.
Purissima invidia.

Mi chiamo Victoria Coren.
Ero e sono una precaria.
E tra i precari sono nel girone peggiore,
quello dei precari che “lavorano” all’interno dell’università.

Dopo la laurea ho passato due anni della mia vita
come assistente. Ora si chiamano “cultori della materia”.
Insegnavo “Comportamento e Patologia del seminarista arrapato“.
Il mio sogno era quello di dedicarmi totalmente,
alla ricerca, all’attività di formazione.
Studiare, ricercare, insegnare.
Ma niente, non uno sbocco, non un dottorato,
nulla di nulla. Ogni tanto qualche concorso di materie affini,
tipo “Teorie e Tecniche della copula in segrestia” o
“Scienze Marginali”. Ma non mi interessavano.

Andavo avanti così, galleggiando.
In attesa del mio momento.

Estate di due anni fa.
Lì comincia tutto.

Sono al mare con Fante.
Mi ospita a casa sua.
Io non ho una lira in tasca.
Fante è il mio migliore amico che un giorno
ho deciso di etichettare alla voce “fidanzato”.
Non passerà molto tempo che lui si riprenderà il vecchio status.

Squilla il telefono.
Metà agosto.

“Victoria?”
“Sì?”
“Sono Marcel Jambon”
“Ah, professore! Come va?”
“Bene bene, ho una notiza meravigliosa da darti”
“Vada, tanto sono distesa sul lettino”
“Ti chiamo per conto del Professor Little Blood, lo conosci vero?”
“Certo, è il titolare di “Prevenzione degli stupri in confessionale””
“Bene, Little Blood sarebbe molto contento di averti nel dottorato di febbraio,
pare ci sia un posto tutto per te”
“Scherza?”
“No, no. Mi ha chiamato lui stesso chiedendomi di te.
E’ da molto che ne parlavo con lui. E alla fine sei stata premiata”

Non stavo più nella pelle.
Avessi avuto i libri con me,
mi sarei messa immediatamente a studiare.
Quel dottorato è mio.
Capisci? Mio.
Quando ti chiamano e ti dicono così, nell’università italiana,
significa che ti vogliono con loro.
Che il dottorato è solo una formalità.
Che dopo due anni di fame,
sarei stata pagata, no dico “pagata”
per studiare e per fare ricerca.
Il mio sogno.

[CONTINUA]

37 e 8, 14 e 30

Posted by admin | Brodo | mercoledì 1 Ottobre 2008 14:37

Un po’ di tempo fa avevo l’abitudine di registrare Uomini e Donne.
Tornavo a casa dall’ufficio, lo scaricavo e lo guardavo.
“Luca Dorigo”, “Luca Dorigo – Reloaded”, “Luca Dorigo – Revolution” li ho visti così.

Poi con il tempo le buone abitudini che richiedono impegno e disciplina
tendono a sparire. E ho abbandonato Uomini e Donne.

Stamattina mi sveglio con la febbre.
Diserto il lavoro.
Mi piazzo sotto il piumino e non mi muovo da lì.

Una tachipirina che si chiama Sanipirina,
mi regala qualche momento di lucidità.
Tipo che guardo l’ora e sono le 14 e 30.

Trascino il plaid e il vassoio con il riso in bianco e lo stracchino
di fronte al televisore.

Lei è di Napoli.
E’ in esterna.
E la prima frase che colgo è:
“Io sono sempre me stessa,
io non sono mica come le altre.
Io credo di essere più matura,
perché ho sempre frequentato uomini più grandi”.

Maria, sono tornato.