Fischia il vento, urla la bufera
L’altro giorno pensavo ai giovani precari francesi.
Gli girano i coglioni per una legge.
Scendono in piazza.
Fanno ritirare la legge.
E tutti a dire “ma tu guarda che giovani coi controcazzi i giovani francesi mica come noi italiani”.
Poveri scemi. Avete la memoria corta.
Cortissima.
E sapete perchè? Perchè non avete mai fatto i conti con un connubio letale: la mia adolescenza trevigiana e la mia memoria impressionante.
E’ l’estate 1992. Io ho 17 anni. Frequento quello che ho definito un agente scolastico criminogeno: il liceo classico.
Siamo in pieno boom edonistico.
Cominciano a girare parecchi soldi.
Cominciano a girare puttane, nani e ballerine.
Esplode il clubbing jesolano.
Tutto ruota attorno alla figura mistica del dj e del club.
Io quell’estate ero ospite (scroccavo, per dirla tutta) a casa di un amico che aveva la sventura di abitare accanto al Movida.
La più trasgressiva discoteca della riviera jesolana.
Era anche il periodo del boom degli acidi.
L’ho scoperto a mie spese. Un tizio uscito dal Movida ha scatarrato sul sellino della mia bicicletta, corrodendolo.
Addirittura per i dj venivano coniati nomi di ispirazione tardo-cristiana. Al Movida c’era la TRIADE: leo mas, fabrice e gemolotto.
“Hey dove vai stasera?”
“Vado giù al Movida, c’è la TRIADE”
Era l’epoca in cui sottovalutavo l’importanza strategica delle armi da fuoco.
Predicavo stupidamente convivenza e pacifismo.
Sta di fatto che nell’estate del ’92, Treviso scopre di avere una piazza e non una passerella.
I ragazzi trevigiani scoprono l’impegno sociale.
I ragazzi trevigiani scoprono che se un bene sociale gli viene tolto, beh anche loro, sì anche loro, sono in grado di riprenderselo.
L’estate del ’92 è la famosa estate della MARCIA DELLE DISCOTECHE.
Per la prima volta nella storia della città dalla seconda guerra mondiale,
centinaia e centinaia di giovani occupano il centro cittadino, sfilando spontaneamente,
e scandendo slogan di protesta come: “cubo libero”, “free drink card”,
“sale sale e non fa male”.
Una legge, se non sbaglio regionale, aveva imposto la chiusura delle discoteche alle due di notte.
Una follia fascista che il giovane trevigiano non avrebbe mai e poi mai accettato.
E sfilò. E la legge venne ritirata.
Gli girano i coglioni per una legge.
Scendono in piazza.
Fanno ritirare la legge.
Nel nome del compagno Coccoluto.
Questo post va ascoltato con un sottofondo impegnato: qualcosa tipo Gam Gam di Gabry Ponte
HASTA EL TAMURE’ SIEMPRE!!!
In manifestazione una ragazza cotonata cantava:
“Oh Wella ciao, oh Wella ciao”
Foot Lose del Nordest.
e io dov’ero?
Io me la ricordo questa cosa, era finita anche sui TG nazionali con grande risalto!
Comunque anch’io penso che le discoteche non si possano chiudere, almeno finchè non sono tutti dentro…
il solito anonimo
“Wella ciao” è bellissimo!
è la causa che fa paura!
La figata è che noi sappiamo davvero per cosa vale la pena lottare.
Approposito domenica prossima a San Donà di Piave c’ è un corteo contro lo sterminio delle formiche che in questo periodo, più ghiotte che mai, invadono le case.
Aberrante crudeltà.
io ci sarò. Ho già preparato le molotov.
Lo Zio CiT
mamma mia sto nordest! eccheppalleeee!!! qualche altro riferimento nel mondo movimenterebbe un minimo la ricercata ironia di questo blog, non credi?
Chissà come mai si sente l’esigenza di “qualche altro riferimento nel mondo”, quando si può descrivere il proprio microcosmo in modo così tagliente e originale.
E’ un piacere leggerti.
Andre
spiace che ti annoi utente anonimo.
è un mio limite. riesco a narrare solo ciò che vivo a un metro da me.
Enrico parla del Nord-Est, queste chiche microgeografiche sono degne di Augé….
Mi pare di vedere che ci siano due tendenze così opposte che alla fine si conciliano: regionalismo culturale estremo e decontestualizzazione territoriale, meraviglioso.
Il paesaggio in cui ci riconosciamo è diventato un’ omogenea distesa di capannoni senza carattere, frequentiamo posti che non sono più legati alla realtà territoriale veneta e nonstante questo c’è gente che va in giro a ribadire le nostre radici celtiche.
L’anonimo degli inKroci
cheffigo che e’ il mio amico utenteanonimo, eh?
Mi sa che devo aprire un rubrica apposita e chiamarla “Non luoghi” 🙂
SI SI SI ti prego!!!
Il Nord-Est ed altri non-luoghi, o qualcosa del genere. In fin dei conti il non-luogo per eccellenza per me è la discoteca, di cui il Veneto-Friuli abbonda direi…
mi chiedevo quando saresti tornato..leggevo il tuo blog prima perche’ segnalato da mattia..non sapevo nemmeno il tuo nome e ti incrociavo ogni tanto in stazione.. ora sei qui di nuovo e rendi piu’ piacevole l’atrofizzarsi del mio sedere su questa sedia d’ufficio!
ciao tesoro ci sei? chiara
fantastico:
– ho un coinquilino che è venuto a trovarmi in ufficio
– ho una coinquilina che è venuta a trovarmi sul blog
Sperimento la post-modernità.
ciao tesoro,alessandro è li? alena arriva alle 14 e non ha le chiavi,lui è a casa?altrimenti passa da me al bar
comunque la da fastidio questa cosa dell'”utente anonimo”…sono tutto tranne che anonima…Chiara
siete ancora tutti in ufficio? chiara
cazzo…stara’ ancora aspettando al bar Chiara?
il nord est c’ha un sacco di cose da dire. la gente come me che ci vive forse ne ha ancora poche e quelle poche son pure noiose, beh vorrei veder voi con tutta quell’illegalità assorbita negli anni dell’anfetamina e dell’lsd.
la mamma di metiu
Ho scelto una categoria ad istinto. Nord Est.
Aggiungi che hai anche un ex compagna d’universita’ che vive in Australia e ti viene a trovare nel blog….forse siamo arrivati anche al cyber-transnazionalismo post moderno.
C’ero anch’io quell’estate…o forse era quella dopo…scroccavo casa insieme a te dalla stessa persona..pero’ non ricordo la marcia. Ma sappiamo che ho la memoria corta….di chi era la casa a proposito?
ciao australiana 🙂
con te mi sa che ho condiviso un’altra casa.
E credo di aver condiviso anche il tuo bungalow. Ce l’hai ancora?
La casa invece che abbiamo condiviso insieme mi pare fosse dalle parti di piazza Mazzini alla corte del “Re dei Metronotte”, possibile?