Valsugana
Adoro farmi aspettare.
Darth Vader, come la chiamiamo comunemente io e mio fratello,
mi ha fatto trovare la Punto Grigia col pieno di gasolio.
Darth Vader per i meno esperti della vita di EnricodiTvDiari è mia madre
Ho selezionato la sera prima i nastri musicali da far girare nella tratta Oderzo – Trento:
– i Gene con Olympian (capolavoro)
– i Talking Heads con una raccolta di qualche tempo fa (ascoltatori degli Arctic Monkeys dei We are the Scientist vergognatevi)
– i Pixies con Surfer Rosa
Mi dedico a una colazione iperproteica in Zona: 4 fette di bresaola, due kiwi che si faranno prepotentemente sentire attorno alle 17 del pomeriggio, 200ml di caffelatte senza zucchero.
Sono 3 anni che faccio colazione così e per tre anni Darth Vader, introdotta dalla marcia imperiale,
sgrana gli occhi e mi chiede come si fa a conciliare la bresaola con il latte.
Mi irrito. Cibarsi è una pura questione chimica.
Bresaola e latte sono perfettamente compatibili.
‘Fanculo tu e la tua nutrizione ad alto tasso glicemico.
‘Fanculo tu e la tua vita tesa al riconoscimento sociale nel tuo gruppo di appartenenza grazie ai manicaretti che cucini.
Basta un “Mhhh che bon” e avrai Darth Vader ai tuoi piedi.
Cucino, ergo sum.
Parto.
La strada per Bassano è invivibile.
Trattori, camion, gente che ti sorpassa e urla.
Uno addirittura si sporge dal finestrino e mi urla: “viva i al….”
Non colgo.
C’è qualcosa che non va.
La mia macchina non è targata VE.
E alla guida non sono così scarso.
Mi sorpassa un altro tizio. Urlando cose indicibili.
Sembra vestito da carnevale.
Tipo uno di quegli stronzi che per carnevale si vestono da militari.
C’è qualcosa che non va.
In uno spazio all’altezza di San Zenone c’è un uomo, anche lui travestito da militare che vomita.
Non segue la Zona, questo è sicuro.
Per un attimo penso di essere finito in un episodio di Ai Confini della Realtà.
Coda. Enorme, lunghissima.
Compare uno striscione appeso tra due platani nei lati opposti della strada.
“W GLI ALPINI”.
Gli alpini porca merda.
Ad Asiago c’è il raduno nazionale degli alpini.
Ok, lo dico, a costo di giocarmi molti voti in vista delle finali.
Ci sono poche cose al mondo che mi stanno sul cazzo come il Raduno Nazionale degli Alpini.
Divertimento organizzato.
Sbronza concordata.
Cameratismo gratuito.
Decadenza.
Arrivo a Trento piuttosto irritato.
Soprattutto perchè il gilet trendyssimo che indossavo
era decisamente sudato. Io odio l’aria condizionata.
Due ore filate. Titolo della lezione: La cultura digitale e l’azienda.
Plz, non ridete.
C’è qualcuno che ci crede. Io no.
Ma fingo da dio.
Ho tutti gli elementi giusti.
Un power point elegante.
Un ibook 12″.
Un aspetto da “prof amicone”
Proprietà di linguaggio.
Svariate teorie e citazioni a supporto.
Ogni tanto incrocio gli occhi. A maggio gli studenti universitari hanno tutti lo stesso lo sguardo.
Lo sguardo di Lincoln Burrows in Prison Break: “Devo scappare. Al più presto.”
Cerco empatia lanciando una pausa sigaretta di 5 minuti tra la prima e la seconda ora.
Nella speranza che nicotina o caffeina facciano il loro effetto.
L’unico a cui fanno effetto sono io. Cicca e caffé hanno dichiarato guerra ai Kiwi.
I Kiwi non sono rimasti a guardare.
Post-it: i cessi dell’università di Trento sono eccezionali.
Riprendo la macchina.
Il numero degli alpini per strada è aumentato.
Mi fermo in un bar. Il gestore sta trascinando nel parcheggio un cappello da alpino enorme.
Di marmo.
A Prassitele gli fa una sega.
Torno a casa.
Stacco gli indumenti dal sedile della macchina.
Passo l’intera serata a godere di questo articolo prontamente inviatomi dal mio migliore amico via mail.
Ha accompagnato questo diario di bordo: Rossetto e Cioccolato di Ornella Vanoni