Tabù Sociali

Posted by admin | Brodo | giovedì 13 Dicembre 2007 20:13

Un paio di giorni fa sorridevo.
Mi gustavo gli aggiornamenti delle testate online
sui picchetti di fronte ai caselli
sulle code ai distributori
sull’esodo dei triestini a far benzina in Slovenia.

Sorridevo perché c’erano tutti gli ingredienti giusti
per l’inizio della tanto sospirata guerra civile.

Sorridevo all’idea di questo meraviglioso Giacobinismo Autostradale.
Provenendo da una lunga dinastia di autotrasportatori, poi, mi sono sentito parte integrante
della rivoluzione.

El Tir unido, jamas serà vencido.
Ero solo un po’ preoccupato per il MittelCamp,
se la rivoluzione avesse bloccato l’evento ci sarei rimasto davvero male.
Ma alla fine l’avrei accettato: è per una buona causa!

Ero anche un po’ preoccupato per il MIB.
O forse non ero così preoccupato, non so.

Oggi non uso il blog come al solito. Come terreno di conflitto.
Lo uso per condividere il mio tabù per eccellenza.

Insomma, domani ho lezione al MIB.
Il MIB è una cosa seria.
Capiamoci: non è il solito master milanese dove ti insegnano come diventare una vera Donna Burda.
Qui si fanno le cose serie.

Quando mi hanno comunicato che avrei fatto lezione insieme ad Alex
ero tutto felice. Avrei fatto il solito show di un paio d’ore a braccio.

Un mese fa continuavo a ripetermi “MIB”, “MIB”.
Come i gatti di Matrix. E’ come se non riuscissi a vedere qualcosa che in realtà era sotto ai miei occhi.
Poi mi illumino: “cazzo vuol dire MIB?”.

Google > “MIB acronimo” > Search > “Master of International Business”

Mhh, immaginavo.
Ma è quell’ “International” che mi puzza.
Vuoi vedere che?

Skype > Contacts > Alex Kornfeind

“Alex ciao, ti disturbo?”
“No, figurati, dimmi pure”
“Senti sto preparando le lezione del 14, mi focalizzo sull’orientamento al consumo?” (la prendo larghissima n.d.r.)
“Sì certo…in particolare sui risultati che hai ottenuto sugli acquisti online”
“Senti ma…la lezione è in italiano?”
“No”
“In inglese?”
“Of course”

Sto male. Male dentro.
Se c’è un tabù insormontabile di questi tempi è proprio l’inglese.
Cazzo, non sei socialmente accettato. C’è poco da fare.
Capite? Non è nemmeno una di quelle che cose di cui bullarsi
del tipo “l’inglese è out“.
No. Edipo all’inglese gli fa un sega. Tabù totale.
Io non so l’inglese. Non lo so proprio.
Capisco. Leggo. Ma non lo parlo.

Ma tutto ha un inizio.
Tutto comincia dalla terza media.
A Ponte di Piave c’erano le classi di francese e di inglese.
Ero stato sorteggiato per la classe di inglese. Sezione C.

Pochi giorni dopo inizia la scuola. E io sono in sezione B.
Francese.

Mia madre me la raccontò così: “alla seconda riunione per l’assegnazione
delle classi c’era la madre di un ragazzo malato gravemente di cuore.
Deve andarsi a operare di cuore in America e deve necessariamente capitare nella classe di inglese

Momento Julian Ross. Mambo Football Team.

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Quindi ha chiesto a me. Io ho accettato. Tanto occasioni per imparare l’inglese ne avrai…”.
Credeghe.

E’ incredibile. Nella vita quando qualcuno ti esprime fiducia, ha in realtà l’unico fine di incularti.
Soprattutto se si tratta di genitori-figli.

Fatto sta che non ho mai imparato l’inglese.
Nonostante un corso di 12 ore a Ormelle. Anno Domini 1993.
E dopo le medie non ho più visto Julian Ross.
Sparito. Completamente sparito.
Morto? Attacco cardiaco?
No.
La vita è meravigliosa perché riserva delle sorprese che vanno davvero oltre il paradossale.

Le uniche frasi che pronuncio e scrivo correttamente sono:
– Fucking donkey, i folded AQs
– Second Nut Flush Draw
– Double Belly Buster
– Floorman!!!
– Vallet!!! (anche se mi sa che “Vallet” è francese”)

Il mio inglese pokeristico è perfetto.

E indovina un po’ dove becco Julian Ross?
Nova Gorica. Casinò Perla. A un torneo 50 + 10 quest’estate.

Tutto torna. Impressionante.
Io lo credo morto e lui si fa il tavolo finale al Perla.
Io sono un emarginato e lui sorride e dialoga con il suo compagno di tavolo anglosassone.

Io domani ho sei ore di lezione in inglese. E lui raisa da cut-off 3x il big blind.

Nella vita le cose indispensabili sono:
– un paio di occhiali neri per non vedere
– un walkman per non sentire
– ma soprattutto un forte senso della delega, chiamato anche Piano B

Domani, le sei ore di lezione se le fa tutte Enrico Maria Milic.
Lui l’inglese lo sa.
Ci andrò anch’io. Perché la lezione l’ho preparata io.

Modalità José Louis Moreno.

13 Comments »

  1. Commento by kross — 13 Dicembre 2007 @ 21:33

    consolati, ai tuoi tempi (ora non so), l’ingelse alle medie te lo avrebbero insegnato da culo…ora sapresti dire in piu’ solo “hi, I’m Enrico Marchetto and I live in Trieste”…il tutto con accendo anglopadanotristezzaportamivia.

  2. Commento by KoKo — 13 Dicembre 2007 @ 21:41

    Cazzo,
    oltre a willy wonka abbiamo anche un sorteggio infantile che ci accomuna.

    Io pure l’inglese non lo parlo. Lo capisco, lo scrivo, ma non lo parlo.
    Ma nemmeno l’italiano…

  3. Commento by varasca — 13 Dicembre 2007 @ 22:09

    bat henri, ai dont tink dat iu sciud uorri somacc’. de odiens uill anderstend end apriscieit enihau, no mattèr ef dei laff a litl bit. bi positiv!

    : )

  4. Commento by R. — 13 Dicembre 2007 @ 23:29

    Ti capisco benissimo, a me capitò la tua stessa sorte, scelsi la classe di inglese e venni messo in quella di francese. Fardello che mi sono portato fino alla fine delle superiori. Comunque nella mia esperienza studiare l’inglese non serve a niente.

    R.

  5. Commento by il.poeta — 14 Dicembre 2007 @ 08:58

    Io ormai mi sono rassegnato al fatto che non esiste una sola lingua inglese, ma centinaia. Prova a parlare inglese con un inglese, un americano, un indiano (il bello delle multinazionali), uno scozzese (!!!), un russo, un fottuto cacariso, etc etc

  6. Commento by fg — 14 Dicembre 2007 @ 11:49

    Back to Oderzo. On your bike.

  7. Commento by michelangelo merisi — 14 Dicembre 2007 @ 14:23

    ..suggerisco di utilizzare sempre il GRAMMELOT , è una soluzione ottimale.

  8. Commento by EdM — 14 Dicembre 2007 @ 16:14

    el milic xè un santo!

    quanto becca per sei ore di lezione in inglese?

    eppoi, se ti guardi il baseball in americano… vaffanbrodo, non ci credo neanche se cachi oro

    VIVA I CAMIONISTI, PROLETARI DEL DUEMILA! VIVA LA REVOLUCION CAMION E RIMORCHIO

  9. Commento by IgorTV — 14 Dicembre 2007 @ 19:16

    Da Ormelle non può uscire nulla di buono, neanche un corso di inglese.

    Io ne sono la prova vivente.

  10. Commento by morbin — 14 Dicembre 2007 @ 20:00

    Kermit

  11. Commento by Antonello — 16 Dicembre 2007 @ 14:29

    mi incuriosisce la storia del “terreno di conflitto”. Antagonismo doppio-windsor.

  12. Commento by Linda — 18 Dicembre 2007 @ 17:06

    Pensa positivo.
    Una volta nemmeno lo capivi, l’inglese.

  13. Commento by PELLI! (fu wordscankill) — 19 Dicembre 2007 @ 09:55

    Pure io ero nella classe di francese alle medie. Dannati francesi. Ma chi è che parla più francese? Come quel bimbo che non si può chiamare Venerdì per il personaggio di Defoe? Ma chi cazzo lo legge più Defoe?

    Ad ogni modo l’ho imparato. Il problema è che avendo qualche anno meno di te mi sto beccando il cambiamento della lingua universale da inglese a cinese. E allora giù a studiare cinese. E quello mica te lo insegnano alle Paoline.

    (Tecnicamente chiamarlo double windsor è un errore, è vero, ma visto che è uso comune chiamare l’half semplicemente windsor, è accettato per evitare confusione. E il nodo va stretto, a meno che tu non abbia il doppio mento o sia un CEO provinciale.)

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