Sergeant Peppe e il pregiudizio razzista
Il mio terrazzino
dà sul terrazzino dei vicini di casa.
Praticamente mi affaccio su chi si affaccia.
Meta-panorama.
Fino a due anni fa facevo colazione
di fronte a una coppia di froci
che limonavano e si facevano i dispetti nel terrazzino.
Pride-breakfast.
Poi la coppia se n’è andata per cercare un nido in centro città.
Lasciando l’appartamento sfitto per un po’.
O almeno credo.
Io non sono di quelli che vanno a chiedere lo zucchero per fare amicizia
coi vicini. L’ho fatto solo una volta con il latte.
Avevo finito il latte,
ascensore rotto,
zero voglia di andare alla prima bottega utile.
Scendo dai vicini di sotto, suono.
Mi apre una tipa, antipatica.
Ancor prima di chiederle il latte, lei si incazza perché suonando ho svegliato il piccolo che dormiva.
Me ne vado chiedendo scusa, mentre lo stronzetto urla e piange a dirotto in sottofondo.
Da qualche tempo il terrazzino è tornato a vivere.
Ci vive una coppia.
Lei non si vede mai. Se non quando stende i panni.
Lui invece staziona lì, sigaretta in mano, percorrendo a piccoli passi il metro quadro del terrazzino.
Non gli ho mai rivolto la parola.
Lui mi fissa. Io levo lo sguardo.
Credo sia albanese.
Ha l’estetica dell’albanese. Pantaloncino corto Oviesse, canotta arancione e ciabatta di gomma. Tatuaggi.
Alberto, il mio coinquilino, è più socievole di me.
Lui almeno saluta.
Una mattina scendo le scale dalla mia mansarda per fare colazione.
Alberto è lì, che parla del più e del meno col vicino.
Sono contrariato.
Non voglio queste confidenze.
Scopro che il vicino non è albanese.
Ma è ….
Oddio non ho il coraggio di scriverlo.
E’ ….
Trattengo il respiro e raccolgo le forze.
E’ terrone.
Di Napoli.
Fa l’operaio per un’impresa edile.
Rimprovero Alberto: non si dà confidenza agli estranei.
Pesco un repertorio di luoghi comuni terribili sui meridionali.
Torno dal lavoro la sera.
Sono stanco.
Alberto sta cucinando.
“Albé”
“Albééééééééé”
Qualcuno chiama Alberto dal terrazzino.
Alberto si affaccia.
“Albé mica ti imbarazzi se ti faccio assaggià due cose?”
Il vicino che prima era sul terrazzino
ora sta suonando alla nostra porta.
Entra con un vassoio di Zeppole.
Si presenta, si chiama Peppe.
Se ne va.
Io non voglio assaggiare le stranezze del piatto.
Ho il terrore che siano avvelenate.
Intimo ad “Albé” di non mangiarle perché sicuramente
prima o poi il vicino vorrà qualcosa in cambio.
Ma il profumo che emanano è qualcosa di travolgente.
Cedo. Non dovrei ma cedo.
E’ pura estasi. Il fritto che ti si scioglie in bocca.
L’impasto che si moltiplica tra la lingua e il palato.
Mai assaggiato niente di simile.
Alberto sia affaccia per ringraziarlo. Io no.
Dieci minuti dopo, il campanello suona di nuovo.
E’ Peppe. Stavolta ha con sé una teglia di pizza margherita.
Si rivolge solo ad “Albé”.
“Albé io te porto da mangià, ma me devi promettere
che nun ti imbarazza ‘sta cosa”
“Albé” è stato adottato.
Ma io continuo a essere in panico. Zeppole e Pizza significa che siamo in debito.
E prima o poi Peppe lo riscatterà.
Ma voi non avete la più pallida idea di che cosa fosse quella pizza margherita.
Il sodalizio tra Peppe e “Albé” dura per giorni.
Parlano del tempo.
Parlano della vita in appartamento.
Parlano del lavoro.
A ogni dialogo, io tremo.
Arrivo addirittura a pensare che Peppe
sia un adepto in incognito di Pippo Calò, durante il sodalizo Camorra-Mafia.
E sconta qui la latitanza.
Vengo preso dall’ansia.
Mi nascondo ogni volta che lo vedo passeggiare in terrazzo.
Ieri mattina mi sveglio.
Mi tocca accendere Sky Meteo 24 per capire che tempo fa.
Perché una bandiera sei metri per tre, dal terrazzino di Peppe,
oscura il mio orizzonte.
Siamo a un passo dalla sfida per la serie A del Napoli.
Poi, ieri sera.
E ‘ un periodo che soffro di insonnia.
L’unico rimedio contro l’insonnia è uno e uno soltanto.
Il problema è che questo rimedio ha un odore molto forte.
Che travalica i muri e i terrazzini.
Suona il campanello.
Cazzo.
Tento di indagare.
“Qualcuno ha ordinato la pizza?”
Nessuno.
Apro la porta.
E’ Peppe.
“Ci sta mica Albé?”
Alberto scende le scale.
Uno contro uno di fronte a Peppe.
“Albé….puoi venire un attimo di là?”
Alberto annuisce e lo segue.
Ormai è chiaro. Peppe lo vuole tenere in ostaggio.
Non ho il numero di casa di “Albé” per avvisare i genitori.
“Albé” non torna.
Sono passati ormai 2 minuti.
Mi immagino Peppe che gli punta la Beretta contro.
Sento un rumore di chiavi.
“Albé” è salvo.
Entra in casa.
“Oh, avete mica una cannetta per Beppe
che vuole festeggiare la serie A con la moglie?”
un mario merola sta orrendamente commentando i miei pregiudizi
che grande sto peppe… e che culo che albè può mangiare quella pizza… io da quando son intollerante al lievito di birra me la sogno di notte… evviva i terun !
Mi associo, grande peppe ! 😀
aumm aumm, accatateve pasta cozze e fagggggiuoli, enrì!!
ps
pago io, dopo che torno da berlino
TI PREGOOOOOO….
ma non sapevo…beppe è il mio nuovo miglio amico..
Sei solo invidioso perché a te Peppe non ti cagaa manco di striscio.
E’ necessario un cambio di magione!
Io e Peppe,
ci stiamo annusando.
Sappiamo entrambi
che prima dobbiamo addomesticarci.
Il dato certo è che nessuno, dico nessuno,
prima mi ha fatto assaggiare delle melanzane fritte come le fa sua moglie.
Le melanzane impanate di solito
ha tre strati: melanzana + impanatura.
Ecco le melanzane di Peppe,
quando le addenti hanno tre strati:
1) strato di impanatura croccante
2) strato di impanatura morbida
3) melanzana
Impressionante.
Stasera gli chiedo cosa mi dice del Napoli,
così magari mi sgancia qualche altra chicca culinaria.
enrì..a parte il fatto che devo assolutamente trovare un contesto adeguato per usare i termini “meta-panorama” e “pride breakfast”..comunque magari ce l’avessi io peppe come vicino di casa, visto che ultimamente il menu di via brunner 3 oscilla tra pasta in bianco e riso in bianco, con variante scatoletta di tonno per darmi un tocco di rosa dal momento che anch’io entro breve sarò bianca come il riso..e invece mi ritrovo felicemente ubicata davanti alla “siora vitussi” che alle sette di mattina strilla sul pianerottolo con la sarta, sua psudo-badante che invece abita in parte a me..la prima passa tutto il resto del giorno a inveire contro il marito pluricentenario, la seconda ha un curioso via vai di persone che passano in parte alla mia finestra..forse spaccia..vuoi fare cambio di vicinato? 😉
Non sono intollerante al lievito, forse più ai terùn.
A quelli soprattutto che esaltano le doti culinarie.
Cuciniamo altrettanto bene noi al nord, con l’unica differenza che poi riusciamo a digerire senza occlusioni coronariche!
Attento EdTv, se mangi ancora le chicche di peppe diventerai sfaccendato, sedentario, fannullone, pigro, dimenticherai l’uso dell’italiano, esalterai l’illegalità e nonostante questo diventerai di destra alla fine.
Salvati!
Gnello, mi spiace ma no.
Lo sai quanto sono orgoglioso della mia terra.
Tanto da chiamarla Heimat.
Adoro la cucina veneta, un po’ meno quella triestina.
Di più quella friulana.
Ma non c’è confronto.
Davvero.
Mi prude ammetterlo ma per una persona come me
che ama il sapore forte, se non fortissimo dei cibi…
ripeto, non c’è confronto.
Io ogni tanto mi sveglio ancora la notte
ricordandomi della trasferta a Salerno dello scorso anno.
Ho mangiato all’Antica Pizzeria di Vicolo delle Nevi.
Avevo le lacrime agli occhi da tanta bontà.
Tra le altre cose facendo una figura di merda enorme che un giorno racconterò.
sapori forti? vuoi mettere la nauseabonda cassata, con la sacher torta?
I babbà con lo strucolo o la putizza (in realtà la putizza mi fa cagare ma in questo momento ho un atteggiamento palesemente partigiano)?
E poi troppo facile per la cucina del sud… con tutto il tempo libero che hanno loro…
Proviamo a fare una gara di cucina preparando una ricetta: il cucoco del nord deve prepararla nel tempo che intercorre tra una giornata di lavoro e l’aperitivo a base di campari o l’uscita serale. Il cuoco del sud deve solo trovare lo spazio per stare un po’ in terrazza a urlare sgrammaticature (non che su questo i triestini siano da meno) o asciugarsi il sudore con un canovaccio (con cui poi asciugano le pentole)… PEr forza poi viene meglio…
Ho attacchi di razzismo di cui talvolta mi spavento… sono posseduto da borghezio!
nell’eterna lotta fra Pellagra e Disoccupazione la differenza la fa la panatura. Sempre.
Posso venire io a Trieste a casa tua??? Prometto solo per il cibo!
E’ ora di dirlo:
Second Life è una merda
“Sia chiaro, il tenutario di questo blog:
– non ha un avatar in second life
– gli fa schifo second life
– non vuole che si parli di second life in sua presenza
– ritiene una “puttanata” tutto l’hype attorno a second life”
P.S.: NON LO SAPERO ALTIMENTI MANCO TE LO CHIEDEVO!!! (MOONING)
@elisa:
– casa mia è ovviamente sempre aperta
ma dopo la mia conversione vegetariana
tu rappresenti l’ “esercito del male” 😉
quindi prima di varcare lo zerbino di casa
devi recitare la seguente prece
“giurin, giurello non metterò mai più piede in un macello”
poi ti potrai accomodare alla mensa di Peppe
– per quel che riguarda Second Life,
il mio è solo un purissimo atteggiamento snob.
Remare Contro, è da sempre una passione
Nessuno mi tocchi i meridionali come Peppe (tanto per tornare in tema… 😉 )!!!
Ci riportano ai valori del buon vicinato e della cortesia gratuita!! Gnello ma sei mai stato al sud ospite di persone del posto?!? Penso di no, sennò non ne parleresti in questo modo…
enric non mollare sono con te..
anche in piazza mazzini c’era uno con la bandiera del napoli
ma non sono riuscita ad investirlo.
ti mando su le melanzane riepiene della mia mamma.
vivo da 4 mesi in un condominio in centro ad Helsinki. Ci sono almeno 20 appartamenti. Non ho MAI visto, neppure sentito un mio vicino. Neppure la sua musica, ne i bambini che piangono, ne la moglie che ulula quando trombano. Niente. Solo qualche sciaquone qua e la. Una sera ho fatto una festa, la musica era davvero forte. La reazione dei vicini è stato un cortese bigliettino, firmato “i vicini”, lasciato nella buce della lettere in cui mi invitano a ridurre, se possibile, il rumore. O sono circondato da una serie di psycho. O questa è la loro natura di vivere i rapporti di vicinanza. Fatto sta che mi piacerebbe avere “un peppe” che strilla quando il napoli segna.
voglio vivere anch’io a helsinki!
giuro, che se riuscite a trasformare questo post
in un conflitto sociale nord/sud
vi faccio un monumento al trash ehehehehe
Vivo ad Amsterdam.
Finestroni senza tende.
Vedo le mie dirimpettaie nude ogni mattina. E loro vedono me.
Speranza di scambio di biglietti, melanzane o altro: quasi nulla.
M.
non ho palle di far conflitti nord/sud… sarà che ho le zanzare tigre di correggio che mi mangiano via…. do cojoni. cmq io tifo beppe, che peppe fa cagar. ciao opitergiumnese
Ma cosa non erano quelle melanzane?
Ahahaha la bandiera 6×3 che oscura i cieli è il top.
Apocalypso.
E’ incredibile anche come Peppe abbia rispettato inconsciamente il tuo regime alimentare vegetariano.
Ed è ancora più incredibile che tu avverta Elisa dei pericoli del tuo paravegetarianismo e non della mia frociaggine intrusiva.
Già la vedo tua figlia:
sandali di cuoio ai piedi,
felice che balla il Kiwido
dopo aver figliato due gemelli piagnucolosi
con un terrone ricciolone capellounto e pettovilloso.
Che ha sposato in chiesa,
accompagnandosi con una 2 cavalli guidata da TE per l’occasione
con il marito vestito in doppiopetto Pignatelli
e che ha riscoperto l’essenza della vita dopo aver letto TUTTI i libri di Terzani.
L’unico problema è che non riesce a fare le melenzane come le faceva la povera mamma del Teròn.
Amoredibabbo…
puttanazza miseriaccia, ti avevo scritto di come diventerà tua figlia e il blog mi censura… chesseiggià cammorristico?
se sono mai stato ospite al sud? Guarda, di gente del sud ce ne ho già abbastanza in casa mia.
E io mica ne facevo una questione di educata ospitalità.
Ne facevo una questione culinaria (e un po’ stereotipata).
Alimentare Watson!
ma la sardegna è sud?
epperchè sennò c’havrei un’amica che aveva un bioritmo stranissimo, pranza alle 14.30, non prima, cena alle 22.00, non prima. Ci impiega 30 min. a fumare una cicca e se la inviti a bere un caffè sai già che ti sei sputtanato come minimo due ore…
Definirla lenta è un’offesa per Celentano direi…
pre-soru è sud
post-soru è centro
w beppe
Sono stata invitata a fare un commento (Enrico, ricordi questo nickname?)
Sarò veloce e indolore.
Ammetto che, a parte il bel post di enrico (e non sono di parte, è davvero bello) e poche eccezioni, gli altri messaggi sono zeppi di luoghi comuni (e so quanto enrico detesti i luoghi comuni). Uno su tutti:
“se mangi ancora le chicche di peppe diventerai sfaccendato, sedentario, fannullone, pigro, dimenticherai l’uso dell’italiano, esalterai l’illegalità e nonostante questo diventerai di destra alla fine”
Meraviglioso. Erano secoli che non sentivo cose così.
Sono magra,
alta,
bionda,
lavoro da 7 anni e ne ho 30,
cucino così e così,
parlo molto bene l’italiano e quasi altrettanto bene l’inglese,
nonostante tutto continuo a votare a sinistra
e
sono napoletana.
Ora devo scappare perchè ho appena finito una riunione e devo iniziare un esperimento.
Enrico, continuerò a leggerti perchè ne vale la pena.
PS Saluta Peppe ( e non Beppe) e digli “Forza Napoli”.
Zazie
Vecchio la terrona in carriera che si inalbera
contro gli stereotipi faciloni alla commedia italiana,
che cliché non ti ha sparato?
la parola di dio, TRASH.
Grande Enrico, il tuo blog ha trasformato una “meridionale” bassa, di carnagione scura, mora e sfaccendata in una bionda lavoratrice!
Tu si che rieduchi!
muoio dal desiderio di rivederti e ridere genuinamente come quando ho letto questo post.
@zazie
– oh ma zio santino come sta? e totò?
dio quanto mi mancano 😉
🙂
zio santino sta bene!
Mi chiede quando può venire a trovarti con tanto di pastiera napoletana e sfogliatelle.
(se la moglie di peppe le sa fare, fatti preparare le sfogliatelle…sono divine!)
un bacione dalla terrunciella.
zio santino di per sé lo vorrei qui subito.
il problema è il resto dei parenti che si porterebbe dietro 😉
mi segno le sfogliatelle
e le ordino già stasera
Iarrusu e puppu!
confesso, quest’anno non ho esposto la bandiera rossoblu sul terrazzo di casa, che la mia “fede” sia in lento ma inesorabile declino, o è semplicemente l’età che avanza.
A Trieste, dove abitavo dopo 8 mesi i vicini facevano fatica a salutarmi, sana freddezza asburgica. A Imola dopo un paio di giorni tornavo a casa dal lavoro e scoprivo che mia moglie era sparita, “rapita” dalla cordiale vicina di casa che la intoduceva agli ambienti imolesi. Per me genovese taciturno vaccinato dagli algidi mitteleuropei era un’intrusione insopportabile, ma col tempo mi sono chiesto: chi vive meglio?
la asburgica e sana virtù di farsi i fatti propri, senza dover per forza manifestare cordialità e amicizia, anche quando si torna a casa e si deisdera altro. La sana e asburgica virtù dell’introspezione, del gusto (ogni tanto) della solitudine, del silenzio, della calma.
Ah… meravigliosi retaggi asburgici. Nessuno me li tolga.
Salvo la contaminazione di taluni vecchi triestini (sottolineo vecchi) che non si sa da chi abbiano preso la pessima e insopportabile abitudine di stare sul terrazzino a guardare, di spiare dallo spioncino, di origliare dai muri, di sbirciare fra le tapparelle.
Insomma di non farsi i fatti loro. Questo non dovrebbe avere a che fare con trieste (forse invecchiando si perdono le buone abitudini)
Se ci facessimo solo i fatti nostri cose aberranti come la segagione delle panchine in Piazza Venezia, non avrebbero portato a quella sana manifestazione in piazza.
mi sembra un po’ diversa l’attenzione data al comune che sega le panchine in piazza (bene pubblico) e lo sbirciare/origliare quello che faccio a casa mia o fuori da casa mia. Mi ritengo un bene privato. Non sopporto i vecchi alla finestra che guardano, spiano o tendono le orecchie.
Gnello, concordo pienamente con il fastidio per l’intrusione nella vita privata. Però l’impressione che ho maturato nei 35 anni che ho trascorso a Trieste e che c’è qualcosa di stridente tra la spocchia del vicino che gira lo sguardo quando ti incrocia per le scale ed il suo sbirciare dietro ai vetri quando rientri, con chi, per poi farne oggetto di “babezzo” con altri “simili”. Più chiusura che introspezione, secondo me….
Enrico, una diatriba est – ovest invece di uno scontato nord – sud va bene uguale?
mmmhhh, stuzzicante la diatriba est-ovest… sarà più difficile appoggiarsi ai cari vecchi stereotipi nord-sud.
Evviva i vespai!
tutte le diatribe vanno bene
l’importante è che siano grossolane, rozze, populiste
e che provengano di più tetri anfratti dello stomaco.
sono un po’ stanco di creare diatribe sulle scarpe geox
ho voglia di qualcosa di più demagogico
tipo “più figa per tutti”
oppure “beh se potessi io girerei armato” 😉
vi va ‘sta svolta? eheheh
Ok, e allora cosa diciamo dell’orologio di Bush?
Gli albanesi sono i veri, nuovi terroni. Se vai in albania in macchina e mangi in un ristorante con l’occhio fisso sull’auto, quando esci capace che la ritrovi appoggiata a dei mattoni al posto che sulle ruote…
Eppoi i negri hanno il sudore più puzzolente dei bianchi.
E ai vips tipo Emilio Fede o Santoro non gli tira nemmeno e si attorniano di figa perchè vogliono nascondere il problema.
E gli stilisti son tutti froci.
E i comunisti delle coop rosse sono la vera mafia in Italia.
grande EdM… spettacolo.
Tranne quella cosa delle coop rosse. Temo sia vero. Almeno, a Trieste le cooperative sono la vera mafia. Nel resto d’italia chissà!
eccheccazzo gnello, tutto io devo farlo il lavoro però???
pure tu, con un nick così e mi ti vendi come nordista… dài, tira fuori un bell’argomento su cui riversare bile, cheneso… tipo…
che ormai la cocaina la vendono fuori dalle scuole medie? che se uno lo vedi con gli occhi lucidi e con il naso che gocciola, sicuro che tira bamba?
Di che cazzo vi lamentate, quelli del sud son tutti a Londra.
altre possibili diatribe?
tutti i ciclisti sono dopati, no, su questo non ci può essere diatriba, è così! Giuro che anni fa, nelle Marche, sono stato superato da Bjarne Riis, solo che io ero in automobile…
Una bella fonte di diatribe?
“quelli che vogliono i DICO in realtà vogliono distruggere la famiglia che è l’unico mattone fondamentale su cui si fonda la società. Come lo so? Lo ha detto gesù e lui ha sempre ragione”.
Questa era la parafrasi di un’intervistato al famili day… cristallino direi!
ah, non commento la questione rifiuti e quel poveraccio di Bertolaso (che non so proprio chi glielo ha fatto fare) solo perchè mi sono già sfogato altrove…