Su ciò che separa l’Attimo Fuggente dal VenetoCamp
Devo a mia madre questa meravigliosa definizione.
“Il film intellettualmente più disonesto della storia del cinema è l’Attimo Fuggente“.
L’Attimo Fuggente non è altro che il becero paradigma didattico del “Capitano Oh Mio Capitano“.
Hai una bibliografia sulla poesia. Questa bibliografia è di per sé violenta perché racconta la poesia esclusivamente come disciplina e forma.
A questa violenza Robin Williams ne aggiunge un’altra, anzi la sostituisce con un’altra tipologia di violenza. Ovvero che la poesia sia strappare le pagine sulla disciplina e la forma.
E tradurre “poesia” come impetus, tensione istintiva. Punk.
Al web succede più o meno la stessa cosa.
Di solito i vetero-compiaciuti del web sono lì a dire: “strappate il Kotler“, buttate nell’immondizia pagine e pagine di stronzate e paure legate ai vecchi modelli di business.
Entrate tutti nel magico mondo delle conversazioni online. “Hai un’azienda? E non hai ancora aperto un blog? Sei out!”
Come se entrare in una dimensione narrativa fosse così semplice.
E poco responsabilizzante.
Spesso facciamo violenza. Anzi sostituiamo violenza a violenza.
Questo l’ho capito in anni di frequentazione del web.
Tutto ciò per dire che ieri ho partecipato a un evento che più di altri mi ha aperto gli occhi sul fatto che c’è tutto un mondo che ha molto ma molto bisogno di comprendere. Questo mondo in modo molto banale e poetico non ha nessun bisogno che gli veniate a strappare le pagine del libro, anzi. Ha bisogno che a ogni pagina del libro gli mettiate una didascalia e gli SPIEGATE che “sì è vero, ma c’è anche altro“.
Qualcuno lo fa già. Questa è la community degli studenti di Economia a Ca’ Foscari.
Un ambiente online che ha delle ricadute impressionanti sulla vita di ogni studente.
Un progetto piccolo, dal basso, di conversazioni online inserite in una macroambiente dove di solito si parla molto poco: l’università.
Questo invece è un corso che ha aperto un blog, con l’ambizioso progetto di eliminare la logica “vengo in classe, prendo appunti, faccio l’esame”. E tenta di creare un approccio partecipativo alla didattica. Costo zero, utilità infinita.
Questo è Luca. Uno che aveva una galleria d’arte a San Donà di Piave e che si rompeva il cazzo di andare su e giù. Allora si è aperto un piccolo ufficio a San Stino di Livenza. E ha creato un business meravigliosamente sostenibile vendendo quadri online, facendosi le dirette via streaming per la presentazione dei quadri. Proprio come in TV.
Ha scoperto l’acqua calda. Ha scoperto che un uso consapevole della tecnologia ti cambia la vita.
Quando sento gli studenti che mi chiedono consiglio per le tesi di laurea, a volte ho la tentazione di strappare le pagine e dir loro: “butta via sta merda, butta via il visual merchandising, il crm, la Brand Strategy e tutte ste stronzate che è roba che odora di cadavere”.
Ma poi mi trattengo. Evito di farli alzare in piedi e urlare “Capitano, oh mio Capitano”.
Perchè è fargli un torto enorme.
Gli dico semplicemente:
“Magari non ti servirà un cazzo, magari non ci capirai nulla. Ma la prossima volta vieni a fare un salto al VenetoCamp. E se per caso non hai voglia di muoverti, nessun problema. Se mi apri la porta e mi offri uno spritz vengo a spiegartelo a casa“.
Un grazie particolare a Gigi e Daniele, un’ospitalità che si scorda difficilmente. Elena e i Ravennati, Pluto, Giorgio, Mike, Tasso, Vibes
A breve qualche foto.
“Elena e i ravennati” sembra il nome di un gruppo di liscio romagnolo 🙂 pensavo che dopo avermi sentito citare “second life” non mi avresti più rivolto la parola!
Ed ora le cose serie: le tue slide sono da qualche parte? vorrei farle avere ai miei colleghi (condividere, condividere, condividere).
Felice di averti/vi conosciuto.
le mie slides fanno cagare.
giuro che le sistemo in una giornata
e domani le sharo 😉
Se penso che l’Universita’ dove lavoro da tre anni fornisce automaticamente ad ogni studente un blog, che poi lo usi o no sono fatti suoi, alcuni docenti si tengono in contatto con gli studenti con un loro blog;
che recentemente l’Universita’ e’ su MySpace;
che esiste un reality show in India dove il vincitore ottiene una mega borsa di studio qui;
che in tutto il campus c’e’ connessione wireless (fermate del bus, bar, etc);
che esistono 2 pubblicazioni totalmente gestite dagli studenti (una mensile ed una settimanale) distribuite gratuitamente e disponibile anche nel sito dell’universita’
Ecco allora guardo quei ragazzi della facolta’ di economia con ammirazione perche’ ho l’impressione (magari mi sbaglio) che debbano aver sudato per ottenere anche una cosa banale come un blog.
E anche voi in generale persone “effemminate” 😉 che state cercando di portare il nostro paese ne 21mo secolo…
Di’ la verità, che cosa ti hanno fatto nella grotta i tuoi compagni quella volta?
Oh, Capit-ano mio Capit-ano…
Io adoro perdermi nelle chimere dell’attimo fuggente, cazzo quanto piango alla fine quando tutti saltano sui banchi… sembra di essere in un locale del trevigiano di 10 anni fa in cui il massimo del punk era salire sul tavolo dove avevi magnato e sculettare a dovere.
Walt Whitman
Quadreria mi piace 🙂
Figlioli (sembro il papa :-)), ringrazio tutti per la bella giornata di ieri.
Ho scritto un post, un po riassuntivo sul mio blog che, spero possiate commentare per darmi forza e ripartire CON VOI, il 3 Settembre…o giù di li!
p.s. critiche ci possono essere sempre, in negativo e anche, maliziose, in positivo.
L’importante è fare meglio attraverso l’esperienza.
Grazie ancora
chi cazzo t’ha criticato Gigi? 😉
Per ‘na volta che mi va tutto bene
e non critico nessuno…
io ho conosciuta una che ti conosce.
che detto così sembra una minchiata, invece è stato strano.
o forse ero io strana quel giorno e tutto mi pareva surreale.
ripensandoci è giusta la secodna ipotesi.
c’è urgenza di comprendere son d’accordo. infatti di ‘sto post ho capito poco…
@Vera, su non buttarla lì. Dimmi chi è, anche in privato!!!!
@dree purtroppo quando qualcuno mi scrive che non capisce, tendenzialmente non capisco cosa non capisce.
Ma sono qui a disposizione 😉 Se mi dici cosa non ti è chiaro spiego meglio!
P.s. dree, saresti orgoglio di me. Ho accumulato un vocabolario che ti snocciolo al primo incontro.
mmh. mi sa che gente che ha studiato sul Kotler ora lavora in qualche multinazionale e fa ricerche di mercato su milioni di ggiovani con magliette eccentriche e scarpe discutibili che pubblicano gratuitamente le loro preferenze di consumo su myspace.
“Nel futuro tutti saranno famosi per 15 minuti”
non ci hai mica capito tanto, tu, in tutti questi anni, dell’Attimo Fuggente. mah.
Mr. Max, è molto probabile.
Anzi, quasi sicuro.
Ma cosa non avrei capito nello specifico?
per esempio che non è proprio un film a favore di chi ‘rompe le pagine’ solo per il gusto di romperle, che la figura di Keating non è positiva al 100%, anzi, e che è molto più sottile e multisfaccettato di come è sembrato a molti, all’epoca. ridacci un’occhiata, e vedrai!
M.
Beh max,
a me sembra che all’epoca fosse percepito come un film
ad altissimo tasso steineriano. Penetrò nell’immaginario comune
proprio come manifesto contro la didattica iper-frontale,
e gli scolari in divisa. Credo sia innegabile.
Quando invece se un giorno dovessi diventare ministro
dell’istruzione obbligherei tutti, dall’asilo all’università,
a indossare la divisa. E ovviamente non per scopi militari
ma per l’annullamento del fattore estetico-discriminatorio.
Appunto. Intercorre una certa differenza tra quella che è stata la penetrazione nell’immaginario comune del film, e l’oggetto filmico in sè.
Ricordo anch’io i miei compagni di classe che, il lunedì mattina, arrivavano in classe e la prima cosa che facevano era mettersi in piedi sopra il banco. Significava che durante il weekend erano andati a vedere L’attimo fuggente.
Ma, scoprirai, se vorrai (magari assieme a tua madre), che c’era qualcosa di molto più sovversivo, all’interno di quel film, dello strappare le pagine e salire sul banco.
Ti spedirei la mia copia, se ce l’avessi sottomano.
Saluti,
M.
“Quando invece se un giorno dovessi diventare ministro
dell’istruzione obbligherei tutti, dall’asilo all’università,
a indossare la divisa. E ovviamente non per scopi militari
ma per l’annullamento del fattore estetico-discriminatorio.”
Good Old British Education…
max grazie a dio
il problema centrale non è possederne una copia o meno
nel senso che il Mulo è già in azione.
Quello che non capisco è l’aspetto “sovversivo”.
Se hai voglia dammi qualche cenno 😉