Ho bisogno di un BillyBoy personale

Posted by admin | Brodo | mercoledì 7 Febbraio 2007 17:31

“Eccomi là: cioè, Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, George e Dim”

Ieri sera non mi davo pace.
Annodavo all’indice la mia cravatta rossa. Nervoso. Isterico. Rabbioso.
Ero come Lestat. Volevo il sangue di qualcuno.
Ho acceso la Ps2 per sfogarmi, giocando a God Of War in modalità Dio.
Ma sgozzare Minotauri non dà soddisfazione. E non so nemmeno se è Cruelty Free.
Devo chiedere alla Lav.

“Ed eravamo seduti nel Korova Milk Bar arrovellandoci il gulliver per saper cosa fare della serata.”

Ero nervoso per il pomeriggio. All’incontro con Pupi Avati.
L’incontro si tiene alla Cappella Underground. Uno dei templii della spocchia triestina.
Ci sono 30 persone in tutto.
Una per ciascun film di Pupi Avati.
Doveva essere un incontro con gli studenti. Ma di studenti ce ne saranno stati sì e no quattro.
Il resto della platea è formato da Signori e Signore.

“Il Korova Milk Bar vende più o meno latte rinforzato con qualche droguccia mescalina che è quello che stavamo bevendo”

L’incontro comincia con Pupi Avati in splendida forma.
L’ho visto tre volte Avati. Due volte parlava di fantascienza e fantastico.
Questa volta era terribilmente autobiografico.
Dispensava splendidi aneddoti su come è diventato regista.
Su come gli esseri umani vivano nevrosi uniche quando talento e passione non coincidono.
Verissimo.
Non c’è nulla di più frustrante.
Io per esempio nutro una passione sconfinata per la lotta fisica.
Ma sono completamente privo di talento. Non so colpire, non so difendermi.

“E’ roba che ti fa robusto e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza”

L’incontro è stupendo.
Ma come ogni incontro inesorabile arriva il momento de

“Le Domande del Pubblico”.

La platea è di quelle classiche. Asservite. Supponenti. Cinefile.
Una tizia in prima fila che con il cinema aveva qualcosa a che fare, comincia a dire che è uno scandalo.
Cosa?
Che non vengano distribuiti all’estero i film italiani.
“Quest’anno sono usciti dei capolavori che mai nessuno vedrà”
Capolavori.

Io ho smesso da molto tempo di vedere film italiani.
Non li vedo. Punto e stop.
Ho fatto un’eccezione solo per “Romanzo Criminale”.

Mi schifa solo l’idea di immergermi in trame così povere e minimaliste. Brr…
Quest’anno mi sono permesso solo di dare un’occhiata a “Sangue” di Libero de Rienzo.
E’ un’esperienza sconvolgente.

Ecco. Pausa. Fermati un secondo tu che leggi.
Prenditi un minuto per pensare alla cosa che ti evoca maggiormente il senso del brutto.
Prendila, fissala, e poi guardati “Sangue”.
Il mondo, poi, ti sembrerà più bello.

Se una platea s’innesta nel circuito della sobrietà di proporre termini come “capolavoro”
allora l’incontro, automaticamente, sta per prendere una brutta piega.

Fortuna che Pupi Avati è un gigione. E cattura stimoli dal pubblico per parlare delle sue storie. Di Fellini. Di Otto e Mezzo. Della Bologna del ’63. Cose da giovani insomma.

Poi arriva la domanda cruciale:
“Lei nel suo ultimo film sferra un attacco cruciale alla Televisione…”
Ahi.
Ahi.
Comincio ad avere una strana sensazione.

“…cosa ne pensa lei di questa Televisione?”
Forse mi stanno per girare i coglioni.
Ma tento di decantare.

Pupi Avati toglie la maschera.
La getta indietro.
E indovinate un po’?

Credete forse che il cinema italiano sia in crisi per mancanza di idee?
Credete forse che sta società di merda sia così di merda perchè siamo gente di merda?
Credete forse che forse sia un po’ colpa di tutti noi.

NO.

Secondo Pupi Avati l’origine del male ha un nome.
E’ non è “televisione”.
Secondo Pupi Avati l’Armageddon che ci porterà verso la fine del mondo si chiama: Reality Show.

La platea rumoreggia estasiata per le parole del maestro.

“Oh, finalmente!!!”
“Non ne possiamo più del Grande Fratello…”
“La gente non va più al cinema per colpa della televisione…”

Mi mangio le unghie. Avevo smesso ma ieri sera ho ricominciato.
Devo dire qualcosa.
Ma non ce la faccio.
Rischierei di essere disconfermato.
Questa platea vuole le “stronzate del maestro”. Deve nutrirsi e appagarsi di queste cazzate.
Come probabilmente direbbe René Girard, Reality Show è solo un altro modo per dire “Gesù Cristo”. Sacrificio. Capro.

Se intervengo faccio una cazzata.
Se non intervengo aumento la mia nevrosi.
Intervengo.

“Scusi…”
“Sì dica pure”
“Io non capisco come mai il cinema perda tempo a occuparsi di televisione, non è che forse sia corto di idee?” (Tradotto: “Invece che ai Reality non sarebbe il caso di cominciare seriamente a pensare che sono 20 anni che fai film del cazzo? E che se il cinema italiano è morto è anche colpa tua e non certo della Endemol. Cazzo.”)

Non l’avessi mai detto.
Il Maestro non si aspettava di essere contraddetto. Ovviamente.
E ovviamente mi tratta con sufficienza cercando la solita empatia borghesuccia con la platea.
Mi dice la tivù è in mano alla pubblicità, che il cinema doveva occuparsi prima di televisione e doveva lanciare un messagio forte contro la televisione..”
Dalla platea si leva una voce: “E’ vero! Gli americani l’hanno fatto con Truman Show”

Mavaffanculo. Te e Truman Show.

Me ne vado a casa giù di morale.
Preso male.
Non c’è speranza.
Alla fine di American Psycho c’è scritto chiaro e tondo:
“Questa non è una via d’uscita”.
No cazzo.
Non c’è via d’uscita.
Qui è sempre colpa di qualcuno.
Qui nessuno si prende la responsabilità della propria merda.
E poi mi chiedono perchè sono così pessimista-cinico-arrabbiato.
‘Fanculo.
Non è colpa mia. E’ colpa dei Reality.

Non chiedetemi una colonna sonora. Non ne ho. Anzi mettemi il Teatro del Silencio di Mulholland Drive..

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  1. Commento by kross — 7 Febbraio 2007 @ 17:49

    mi inchino.

  2. Commento by R. — 7 Febbraio 2007 @ 20:27

    Il Big Brother come un personaggio di Pennac? No saprei… La cosa certa e’ il provincialismo del cinema italiano. Pupi Avati comunque un paio di film carini li ha fatti, certo dare la colpa alla TV e’ come sparare sull’ambulanza.

  3. Commento by mcguivermito — 7 Febbraio 2007 @ 22:48

    anche io penso che i film italiani sono brutti, o perlomeno non mi agggradano, sebbene non abbia sta gran cultura in materia e quindi sto gran gusto estetico. Ci trovo sempre qualcosa che non va, che disturba. forse è anche dei budget che hanno a disposizione…boh ora è il tema, ora è la ricostruzione storica che non convince, ora la eccessiva teatralità(gli attori d’accademia hanno quel modo di recitare finto certe volte che non ti so dire),ora come è gestita la trama boh forse è anche che infondo il mio modo di vedere è più abituato a altro.

  4. Commento by girasola — 8 Febbraio 2007 @ 01:14

    porca troia, ogni volta che la sgradevezza e l’arroganza parigine mi fanno rimpiangere i bicchieri sporchi di un’osmica, arrivi tu e mi ricordi quanto può essere fastidioso un gruppo di triestini che “suppone” parlando di cinema….alla cappella. underground si, ma mai abbastanza..
    grazie enrico

  5. Commento by michele — 8 Febbraio 2007 @ 12:15

    Non ne sono sicuro, ma mi ci giocherei una birra. Il bar di arancia meccanica non si chiama “Moloko”?

  6. Commento by EdTv — 8 Febbraio 2007 @ 12:33

    Michele,
    Korova Milk Bar è il bar di Alex e dei Drughi.

    Il Moloko Vellocet è uno dei drink

  7. Commento by il.poeta — 8 Febbraio 2007 @ 13:30

    Io resto fedele al Latte+, col Miele+, ovviamente.

  8. Commento by IgorTV — 8 Febbraio 2007 @ 13:55

    Il bar è il Korova Milk Bar, dove vendono Latte+, in 4 varianti:

    C’è il Moloko Vellocet
    Il Moloko Drencrom
    Il Moloko Synthemesc
    Il Moloko Plus

  9. Commento by R. — 8 Febbraio 2007 @ 14:20

    Anche io avevo fatto lo stesso errore di michele, mi ricordavo la scritta Moloko e l’avevo associata al nome del locale.

  10. Commento by Zoe — 8 Febbraio 2007 @ 14:25

    Quando sei costretta a sostenere un esame dal titolo “Nuovissimo cinema italiano 2000-2005”, capisci subito che non ti aspetteranno certo delle serate divertenti…dodici film…non voglio nemmeno nominare i titoli, troppo doloroso è il ricordo (llorando, llorando, llorando no es facil d’entender…). Unico che salvo, il regista Paolo Sorrentino. Forse anche Matteo Garrone. Per il resto, che ognuno si assuma le sue responsabilità e le sue colpe. Visto che ce ne sono(?)…

  11. Commento by Francesca — 8 Febbraio 2007 @ 18:15

    Strepitoso.

  12. Commento by TedescoVolante — 8 Febbraio 2007 @ 19:07

    Il futuro è Libero De Rienzo, lascia pardere Avati, ormai è un vecchio bacucco.

  13. Commento by IgorTV — 8 Febbraio 2007 @ 20:03

    Ma Libero De Rienzo non era quel pirla che si metteva due monete da 500 Lire negli occhi nella pubblicità de “I Corsi di Lingue De Agostini” qualche anno fa?

    Siamo messi bene allora…

  14. Commento by Zoe — 8 Febbraio 2007 @ 22:05

    Libero De Rienzo è anche quello di “Santa Maradona” e “A/R”…ma dobbiamo proprio nominarlo?

  15. Commento by Zoe — 8 Febbraio 2007 @ 22:06

    Libero De Rienzo è anche quello di “Santa Maradona” e “A/R”…ma dobbiamo proprio ricordarci tutto? Brrr…

  16. Commento by Zoe — 8 Febbraio 2007 @ 22:07

    scusate un po’ di casino col buon firefox…

  17. Commento by mvittoria — 9 Febbraio 2007 @ 11:48

    doamnda: perche’ sei andato alla conferenza di Pupi Avati? Cercavi la conferma che poi hai ottenuto?

  18. Commento by EdTv — 9 Febbraio 2007 @ 13:19

    Paolo Sorrentino lo salvo alla grande. Lavori più che buoni.
    Garrone buono con la Cescon e Primo Amore
    ma il suo esordio è una delle cose che non dimenticherò
    mai nella vita. Orrendo.

    Mvittoria la tua è un’ottima domanda.
    Spesso faccio, sento, guardo cose con il solo scopo di farmi male.
    Non so perchè lo faccio.
    Ti cito le Mille Luci di New York: se frequento locali di merda, lo faccio per capire chi non sono.
    idem per il cinema.

    Ma con Avati è un’eccezione.
    Considero La Case dalle Finestre che Ridono uno dei miei personalissimi cult (sono andato anche in pellegrinaggio tra le rovine della casa). Cioè Avati tranne gli ultimi 20 anni non è un pessimo regista, anzi 😉

  19. Commento by Stefano — 9 Febbraio 2007 @ 14:41

    I reality show hanno, nelle discussioni culturali o morali, il ruolo di Adolf Hitler in quelle politiche: uccidono qualsiasi possibilità di conversazione in quanto hai tirato in ballo il Male Assoluto, di solito a sproposito.
    Di recente Cecchi Paone ha accusato il Grande Fratello di aver provocato la morte del poliziotto di Catania. Ma in tutte le discussioni di questi giorni sull’argomento violenza calcistica il GF spuntava fuori con curiosa frequenza. Più o meno: la Violenza deriva dalla Crisi dei Valori; la Crisi dei Valori deriva dai Cattivi Esempi della Tivù; di questi il GF è il peggiore. Poi ci si divide fra quanti accusano proprio il GF della Violenza e quanti si limitano a definirlo un Sintomo Preoccupante.
    Poi ci sono i Tifosi Normali che non vogliono essere confusi con i Violenti: io sono una persona normale, con un lavoro, famiglia, diploma, non guardo mica il GF – e bisogna ricominciare subito il campionato rispettando i diritti degli abbonati.
    Come faranno il giorno in cui i reality shows non ci saranno più?

    (Avati non mi dispiace; non potevi menargliela con il suo film più orribile, I Cavalieri che Fecero l’Impresa?)

  20. Commento by ossimorosa — 9 Febbraio 2007 @ 16:20

    Quanto amo chi si fa idolatrare. O meglio, quanto amo chi è capace di idolatrarmi. In effetti non amo chi si fa idolatrare ma solo chi lo fa. C’è conflitto di interessi altrimenti.
    Comunque che volevo dire? Ah si, che Avati ha ragione. Ultimamente la mia vita è un po’ piatta e nomotona, e la colpa è tutta della Endemol.
    E’ vero!

  21. Commento by ossimorosa — 9 Febbraio 2007 @ 16:21

    Monotona, non nomotona.
    anzi.
    Sia monòtona che monotòna.
    Così mi lamento doppio.

  22. Commento by kross — 9 Febbraio 2007 @ 17:04

    no. Fermo. Vuoi dirmi che sei stato in “quella” casa? oddio…quando? e non me l’hai mai raccontato?!?!?!?!??!?!?!?

  23. Commento by R. — 9 Febbraio 2007 @ 17:13

    Questo della casa e’ uno scoop.

  24. Commento by EdTv — 9 Febbraio 2007 @ 17:33

    sì, sono stato in quella casa.
    tra le altre cose con un contorno gustosissimo (ve l’assicuro, è incredibile)
    che vi racconterò quando ho un po’ di tempo.

  25. Commento by kross — 9 Febbraio 2007 @ 17:36

    immagino…(l’aggiungo alle cose che devi raccontare)

  26. Commento by EdTv — 10 Febbraio 2007 @ 11:40

    @Stefano: “I cavalieri che fecero l’impresa” è brutto concordo.
    Ma ha dalla sua il fatto di essere “genere”, ed è già qualcosa.
    So di sconvolgerti ma appartengo a quella corrente (a tal proposito leggiti Valerio Evangelisti su Carmilla) che ritiene che il cinema italiano possa ritrovare vitalità e rinascere solo attraverso il “genere”.
    Solo dal genere, imo, che impone disciplina della forma possiamo ricominciare a girare come dio comanda.
    Idea pericolante la mia, lo so 😉

    @Tutti:
    Era una sabato di qualche anno fa.
    A Ferrara facevano la mostra sugli Estensi e al palazzo dei Diamanti una mostra su Rauschenberg (il mio preferito).
    Ho convinto mia madre ad accompagnarmi, poi si è aggragato il fantasma di mio padre e mio fratello.

    A un certo punto sconvolto dalla libido per la mostra di Rauschenberg propongo di andare verso i Lidi per dare un’occhiata alla “Casa”. Avevo scaricato le indicazioni la sera prima.

    §Mio padre quando guida ha il vizio di guidare senza sentire storie.
    Hai fame? Frega un cazzo, si guida fino a che non si giunge a destinazione.
    Ti scappa la cacca? Te la tieni.

    Fu così che mentre mi rimiravo le rovine della “casa”, mia madre era dietro un cespuglio a….

  27. Commento by vbn — 14 Febbraio 2007 @ 13:30

    non ho capito se ti è piaciuto o meno il film di de rienzo

  28. Commento by EdTv — 14 Febbraio 2007 @ 13:36

    Sangue credo attualmente
    si attesti alla terza, forse quarta posizione dei film più drammaticamente orrendi che io abbia mai visto.

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