Gli squillini a casa – II Parte (ovvero come rischiare la galera)

Posted by admin | Brodo | martedì 12 Dicembre 2006 11:41

Il problema però era di non poca rilevanza.
perchè il nostro intento non era quello di produrre uno scherzo.
Ma compiere un atto sadico.
E per compiere l’atto sadico devi godere del dolore altrui.
Non puoi immaginarlo soltanto.
Devi vederlo.
Se non vedi il dolore, non sei appagato.
Ma con il telefono come fai?

Nel gennaio del 1996 ci fu il più grande evento mediatico che io ricordi.
Nacque “Chinese Antica”.
“Chinese Antica” era una trasmissione di una rete locale del nord-est,
condotta da un Simpaticone calvo e tarchiato.
Vendeva oggetti di antiquariato cinese.
Il conduttore ci stava un sacco simpatico.
Dimostravamo il nostro affetto ordinando una dozzina di splendidi Cani di Fo per 200mila lire al pezzo
a nome di mia madre.
Ma la stronza non ritirò mai la merce.

“Chinese Antica” era il nostro appuntamento fisso del martedì e della domenica pomeriggio.

Ricordo bene quella domenica.

Me la ricordò perchè Marco Branca segnò uno splendido goal.

Quella domenica scoprimmo qualcosa di immenso.
L’epifani che aspettavamo arrivò.

“Chinese Antica” mandava le telefonate in diretta. Con tanto di squillo.
Poi il Simpaticone alzava la cornetta e rispondeva.
Squillo, risposta, conversazione.
Ma vuoi vedere che…
Cominciammo a fare qualche squillo di prova.
“Driiiiiinnnn”
“Driiiinnnnnn”
Lo studio di “Chinese Antica” rimbombava di squilli telefonici.
All’inizio la redazione della trasmissione era impazzita per tutti questi squilli,
tanto che alzò sensibilmente il volume dei telefoni interni
per far capire al proprio pubblico che.. “hey qui piovono le ordinazioni”

Dopo 4 ore di trasmissione il conduttore era alla frutta.
Ma è stato bravo,
è riuscito a portare a termine il programma nonostante
il suono del telefono non si interrompesse mai.
Anzi ogni tanto si lanciava in un: “Signori miei oggi le linee sono bollenti!!!

Il giorno dopo in facoltà raccontammo a tutti della nostra piccola guerra mediatica.
Viral Marketing consumato nei corridoii della facoltà.
Potentissimo.
Il martedì dopo, all’ennesima puntata di “Chinese Antica”,
eravamo in non meno di 15 persone a squillare in studio.

Ma il Simpaticone, stavolta visibilmente innervosito, riuscì a resistere.

La domenica dopo tentò di andare in onda ancora.
Appena gli passarono la parola per presentare un indecoroso vaso Ming, cominciammo la nostra opera.
Eravamo 12 nuclei famigliari diversi a squillare.
Perfettamente sincronizzati.
Ci passavamo il Sirio a turno per non stancare troppo il nostro indice sul tasto Repeat.
Panico.
Ormai la voce del conduttore non si distingueva più dallo squillo telefonico.
Si arrese.
E pronunciò la seguente frase:

“Ci scusiamo ma per un problema tecnico non dipendente dalla nostra volontà dobbiamo
interrompere la trasmissione”

Avevamo vinto.
Lasciarono il cartello in sovraimpressione “Ci scusiamo per l’interruzione“,
carattere bianco su sfondo nero.
Forse fu l’unica volta che diedi un minimo di senso alla facoltà in cui mi ero iscritto.

La domenica di due settimane dopo “Chinese Antica”
andò di nuovo in onda.
Il Simpaticone prese in mano il microfono:

“Hey tu amico di Pordenone, tu che sei il mio concorrente.
Io ti conosco. So chi sei.
Per il momento hai vinto perchè questa trasmissione ha chiuso
e questa è l’ultima puntata.
Ma sappi che i carabinieri sono sulle tue tracce.
E se non ti prendono loro, ci penso io a mandarti in ortopedia”

Fu un trionfo.
Quella fu l’ultima volta che “Chinese Antica” andò in onda.
A volte ci ripenso con enorme vergogna.
Il Simpaticone era convinto che fosse un tentativo di sabotaggio della concorrenza.
Invece eravamo noi.
Spiace. Tanto.
Magari se lascio una traccia in internet e ci infilo delle scuse.
Lui mi perdona.
Hey, non sto scherzando. Mi spiace sul serio.
E gli chiedo scusa.

Già che ci sono, volevo scrivere che mi spiace anche per quella volta che al mago con le sei dita di Tele Alto Veneto ho raccontato che mia figlia
ha ricevuto un Pentacolo Demoniaco di nascosto da mia madre. Gli ho chiesto
che cosa potevo fare e il mago con le sei dita
mi ha risposto: “Tua madre vuole avvicinare tua figlia a satana. Tua madre ha bisogno di un esorcismo”.
Il mago con le sei dita la sapeva lunga.

Quest’anno festeggio il decennale dello squillino.
Ho appena chiamato a casa per avvisare i miei.

Musica il post la sonorità complessa dei September10th

17 Comments »

  1. Commento by Linda — 12 Dicembre 2006 @ 12:46

    Il finale non lo conoscevo.
    Interessante.

    La “madre” come figura mi interessa molto in questo settimo mese. Magari ho bisogno di un esorcismo pure io.
    Speriamo se non altro che non mi arrivino mai vasi cinesi, li odio.

  2. Commento by Beatrice — 12 Dicembre 2006 @ 12:59

    Se sono così terribili i p.r uomini non voglio sapere come sono le ragazze p.r
    da evitare come la peste…immagino

  3. Commento by il.poeta — 12 Dicembre 2006 @ 14:39

    Spettacolo puro.

  4. Commento by fabio — 12 Dicembre 2006 @ 14:56

    uno dei migliori post che ho mai letto in vita mia: dolore, gioia e divertimento; azione e sentimento; cattiveria e pentimento. Applausi.

  5. Commento by R. — 12 Dicembre 2006 @ 18:06

    Questi due post non solo sono sul confine tra il vero ed il verosimile ma anche tra goliardia e psicopatologia, e’ tutta una questione di sfumature.

  6. Commento by kross — 12 Dicembre 2006 @ 21:47

    1. due post in due giorni di mia assenza sono quasi un insulto nei miei confronti
    2. sapendo di questi due post dopo ore di auto, ho acceso il Mac e letto. Con ansia (quasi)
    3. posso andare sul divano con il sorriso sulle labbra
    (grandioso)

  7. Commento by Barbara23 — 12 Dicembre 2006 @ 23:27

    Le televendite d’arte sulle reti private hanno sempre affascinato pure me.
    Una volta chiamai.
    Non avevo in mente alcun piano diabolico, volevo solo vedere se era vero che prendevano le tefonate in diretta.

    Era vero.

    Io non proferì verbo paralizzata dall’emozione. Manco una pernacchia.

  8. Commento by Anna — 13 Dicembre 2006 @ 00:01

    Come succede con ogni vero divertimento, ne esco sentendomi in colpa…

  9. Commento by stefano — 13 Dicembre 2006 @ 23:47

    capolavoro! ci vediamo lunedì.

    drin.

  10. Commento by Li'o — 14 Dicembre 2006 @ 12:27

    Senza parole…
    Tutto d’un fiato…
    E’ STORIA!

  11. Commento by Li'o — 14 Dicembre 2006 @ 12:27

    Senza parole…
    Tutto d’un fiato…
    E’ STORIA!

  12. Commento by Li'o — 14 Dicembre 2006 @ 12:27

    Senza parole…
    Tutto d’un fiato…
    E’ STORIA!

  13. Commento by Li'o — 14 Dicembre 2006 @ 12:27

    Senza parole…
    Tutto d’un fiato…
    E’ STORIA!

  14. Commento by Li'o — 14 Dicembre 2006 @ 12:27

    Senza parole…
    Tutto d’un fiato…
    E’ STORIA!

  15. Commento by chuk — 15 Dicembre 2006 @ 10:46

    enorme! nn aggiungo altro!

  16. Commento by maria vittoria — 15 Dicembre 2006 @ 16:05

    grande! ah ahah ahah
    ancora! ancora! piu’ storie!

  17. Commento by La Nave Va — 21 Dicembre 2006 @ 23:59

    caro Enrico, dopo qualche era geologica incappo nel tuo blog e leggo dei leggendari squillini, che procurarono fama, divertimento e guai allo stesso tempo.. Mi ricordero’ sempre un Padannia libbera gridato in abruzzese al centralino del Piccolo dal mio perenne coinquilino (che si possono fare i nomi qua o c’e’ una privacy deontologica? sai com’e’, non pratico..)! Un appunto pero’: guarda che la trasmissione dell’antiquariato continuo’ eccome! Il tipo disse poi, scusandosi col presunto “rivale” pordenonese, che quei continui squilli erano solo frutto di una ragazzata! Probabilmente avevavo installato un Sirio di quelli col display e con la funzione “Chi e'”
    Ma vogliamo ricordare gli squilli nelle trasmissioni di Radio Balkan, fu Radio Onda Libera dove facesti una trasmissione di alto livello civico? 😀
    Un abbraccio da Dublino
    Fa

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