Gli squillini a casa – I Parte (forse…)

Posted by admin | Brodo | lunedì 11 Dicembre 2006 09:13

Da quando ho cominciato a scrivere, da aprile più o meno,
la domanda più ricorrente che mi sono sentito fare è questa:
“Ma tu chiami davvero a casa, di notte, facendo lo squillo per svegliare i tuoi?”
La risposta è: sì.
Ora avete due chance.

Potete interrompere la lettura e accontentarvi
di aver sedato la vostra morbosa curiosità biografica.

Oppure continuare a leggere un lungo post
dove racconto la genesi dello squillino.

Bene, avete scelto di annoiarvi.
Cominciamo.

Tanti anni fa ero stronzo.
Forse molto più stronzo di quanto lo sono ora.
La differenza è che ora sono uno stronzo da divano,
rincoglionito e solo.
Anni fa ero uno stronzo sveglio e agivo in branco.

Il prima anno di università
ci ho messo 5 giorni per capire che facoltà idiota avevo scelto,
ma ero troppo pigro per cambiarla.
E da buon mammifero ho preferito adattarmi al clima.
Approccio Comportamentista, stimolo-risposta.
Se mi insegni stronzate, produco stronzate.
Il problema è che non ho mai smesso, nemmeno dopo essermi laureato.

Se mi insegni “il Medium è messaggio“.
Io ti prendo alla lettera.

Il primo anno di università
nessuno, se non qualche ricco figlio di feudatari,
aveva il telefonino.
Il vero oggetto di culto era il telefono fisso.
Il più gettonato il Sirio Rosso.
Design Giugiaro.

Inventammo subito usi molesti del telefono fisso.
Ma odiavamo i classici scherzi.
Lo scherzo telefonico è tipico del telefono con la rondella.
Mal si addice al Sirio Rosso.

All’epoca eravamo in totale dipendenza da Numeri Verdi.

Controllavamo al supermercato i numeri verdi dei prodotti principali.
Io ero fissato col Breeze, il deodorante.
Chiamavo il numero verde della Breeze denunciando un fortissimo eritema
sotto le ascelle.
Risultato? Pacco da 4 Breeze multicolore in omaggio recapitati a casa.
Con la Barilla mi sono inventato una storia di vermi.
Mi hanno addirittura regalato un piatto di ceramica.
Forse rincoglionita dal sole, nell’agosto del 1995, la Gilette mi ha mandato un pacchetto di lamette
per il costosissimo Mach3 scusandosi per il “difetto di fabbricazione”.

Era l’alba del Customer Care. All’epoca funzionava con fin troppa solerzia.

I numeri verdi cominciarono subito ad annoiarci.

Era tempo di evolversi.

Scoprimmo in poco tempo la magia dello “squillino”.
Si componeva il numero di un amico.
Si faceva trillare l’altro capo del telefono e prima di farsi beccare lo scatto alla risposta
si metteva giù.
Niente di che, vero?
No, niente di che.
Fino a quando non cominciammo a farlo 130 volte in un giorno a uno stesso numero.
La nostra vittima principale era Michele, uno sfigato di Foggia.

Il giorno dopo lo si pescava sempre in mensa:
“Heilà Michele come va?”
“Eh inzomma…”
“Che hai?”
“E nun zo, stanotte non ho dormito perchè il telefono sembrava imbazzido
sguillava sempre”

Michele era una preda troppo facile. Ce ne siamo accorti subito.

Provammo a cercare qualche vip sull’elenco telefonico.
Non abbiamo fatto dormire Gianni Decleva per una settimana.
Uno che commentava il basket prima di quel pirla di Lauro.
Poi fu la volta di una famosa attrice di teatro
e di un giornalista del Piccolo.

Il problema però era di non poca rilevanza.
perchè il nostro intento non era quello di produrre uno scherzo.
Ma compiere un atto sadico.
E per compiere l’atto sadico devi godere del dolore altrui.
Non puoi immaginarlo soltanto.
Devi vederlo.
Se non vedi il dolore, non sei appagato.
Ma con il telefono come fai?

(…continua, anzi dipende dal feedback che ricevo)

musica lo squillino qualsiasi pezzo dei Kraftwerk

15 Comments »

  1. Commento by Linda — 11 Dicembre 2006 @ 10:38

    … il seguito lo conosco già….
    … di quando l’incazzatura del destinatario l’hai goduta coi tuoi occhi e ce la siamo goduta un po’ tutti…
    Una cosa un po’ sadica ma divertente…

  2. Commento by R. — 11 Dicembre 2006 @ 10:51

    Diabolico!

  3. Commento by fabio — 11 Dicembre 2006 @ 11:16

    ‘scolta, siccome non soffro d’insonnia, sono più pigro di te, penso, e sicuramente più pusillanime, fai anche servizio per conto terzi a pagamento? Se si, come si regola il compenso?

    Inoltre potrei fornirti tutte le prove che vuoi degli effetti… 😉

    ah, e se ci fossero prodotti nuovi ti prego di pubblicizzarli a dovere.

    io finora delle case degli altri ho solo rovinato il giardino (diserbante), il portone (letame), l’androne delle scale (rifiuti). L’allenamento l’ho fatto fin da piccolo suonando i campanelli, ma poi sono cresciuto…

    Il tutto ovviamente di notte 😉

  4. Commento by perpepepepe — 11 Dicembre 2006 @ 12:28

    che bomba gli anni 90…quando potevi tranquillamente far scherzi telefonici da casa senza poter essere rintracciata col 400…sbeffeggiando quelli che al 5 scherzo ti minacciavano con : oh guarda che ho la rintracceria telefonica!! http://www.google.it/search?hl=it&q=“rintracceria telefonica”&meta= ….mai esistito ovviamente un attrezzo del genere!!!

  5. Commento by il.poeta — 11 Dicembre 2006 @ 13:58

    mio cuggino lavorava alla sip e li beccava tutti, lui.

  6. Commento by ant — 11 Dicembre 2006 @ 17:42

    Perverso…la domanda nasce spontanea: i tuoi lo sanno? E se non la sapevano leggono il tuo blog o lo legge qualche loro amico/a?

  7. Commento by EdTv — 11 Dicembre 2006 @ 18:14

    I miei non lo sanno.

    Non ho idea se leggano o meno il blog.
    E non ho idea se qualcuno lo legga per loro.

    Può essere…ma non è un mio problema 🙂

    Pensa che anche con Tvdiari fu così. Sono venuti a saperlo da un assicurato che è entrato in ufficio avvisandoli.

    E poi altra cosa. Anto, non ti dimenticare
    che io sono, in senso buono, il “padrone” di questo blog
    e il sottile confine separa il vero dal verosimile
    lo conosco solo io 🙂

  8. Commento by s. — 11 Dicembre 2006 @ 21:53

    Ricordo con piacere dopo l’esame di maturità nottate passate a torturare i più stronzi tra i finalmente ex professori. Grandi soddisfazioni…

  9. Commento by Barbara23 — 11 Dicembre 2006 @ 22:49

    Praticamente come i drughi di Arancia Meccanica.
    Continua, continua! 😀

    Con Lauro, ti riferivi a Franco o Tullio?
    Perché Tullio era pirla sì, ma simpatico. Poi è morto, poverino.

  10. Commento by maria vittoria — 11 Dicembre 2006 @ 23:00

    non ti sarai mica schizzato di sangue la maglietta polo ralph lauren, vero? 😉

  11. Commento by rc — 11 Dicembre 2006 @ 23:36

    il periodo era lo stesso, almeno credo. ma la vittima era un’altra. località: spresiano. nome: bruno peloso. uno con un nome così è un predestinato agli scherzi telefonici. alla minaccia della “telefonata rintracciabile” abbiamo raddoppiato. chiamavamo da una cabina, quella davanti al plavis. care vecchie cabine…vero cit?

  12. Commento by ant — 12 Dicembre 2006 @ 14:29

    I miei amici romani sostengono che a nord est siamo un po’ allocchi, con me non fanno che confermare tale teoria: credo a tutto. Ovviamente qualsiasi cosa tu scriva nel blog per me e’ verita’ assoluta…

    …carina la seconda parte!

  13. Commento by fabio — 12 Dicembre 2006 @ 14:40

    e non è forse questo il bello di sentir raccontare delle storie? se dobbiamo star lì ad ascoltare tutto come se fossimo sempre i più ‘scafati’, sai che noia…

    (quando entri qui lascia a chi ci tiene il lavoro di discernere vero da non-vero e goditi lo spettacolo fino in fondo) 😉

  14. Commento by kross — 12 Dicembre 2006 @ 21:42

    ste cose non le ho mai fatte, da quando i miei hanno denunciato telefonate anonime in piena notte. I carabinieri han fatto tutto loro: beccato il delinquente (un ex di mia sorella), e fatto pagare allo stesse l’ammontare del costo del servizio. Neanche mia nonna era stata avvisata del telefono sotto controllo: si sa mai fosse lei l’artefice del malefatto (in realta’ eravamo tutti convinti fosse lei). Insomma. Lui chiamava con numero anonimo e l’han beccato. Mai fatto squillini anonimi, nel dubbio.

  15. Commento by ufficio stampa — 18 Novembre 2007 @ 21:11

    Fondamentale è stata la spinta mediatica del noto portale d’informazione

    Grazie a Italymedia.it aboliti i costi di ricarica
    L’iniziativa era partita dall’impegno di un intraprendente studente che ha indetto una petizione che ha raggiunto quota 800.000 firme

    Quando da qualche mese a questa parte gli utenti delle varie compagnie di telefonia mobile si accingono a caricare la carta prepagata corrispondente al proprio numero telefonico vengono subissati da raggianti ed entusiaste vocine automatiche o da uno sventolìo di pubblicità adescanti e convincenti, che ricordano come tutto il costo di una ricarica corrisponda a reale traffico telefonico, lasciando trapelare manifestamente che quella grave ingiustizia perpetrata per anni a danno dei consumatori che era rappresentata dai costi fissi di ricarica è finalmente stata abolita. La voce con magistrale enfasi oratoria o le sfavillanti e calamitanti pubblicità si sforzano di ostentare meriti inesistenti appalesandosi artefici di un epocale cambio di rotta verso gli interessi dei fruitori del servizio che comportano inevitabilmente un sacrificio deliberato e doloroso da parte dei “poveri” gestori, spingendo e imprigionando nelle paludi dell’inganno i meno avveduti tra gli utenti. Ma, anche se la maggior parte di chi è costretto ad avvicinarsi al servizio di ricarica per poter utilizzare il telefono cellulare conosce perfettamente la genesi dello storico provvedimento che ha condotto all’abolizione del disdicevole dazio, ci sembra opportuno rammentarla ai più labili di memoria. Ed è bene chiarire che, pur se il tutto si è raggiunto con una delibera governativa, se non ci fosse stata una vigorosa spinta popolare, probabilmente il costo fisso in questione scivolerebbe ancora bellamente nelle casse voraci dei gestori, in netta controtendenza con la linea tracciata e seguita nel resto d’Europa.
    Il tutto è partito dalla lodevole iniziativa di uno studente, Andrea D’Ambra, che ha profuso energie incommensurabili impegnandosi nell’avviamento e nella gestione di una mastodontica macchina organizzativa finalizzata ad una petizione che ha raggiunto l’incredibile traguardo di circa 800.000 firme. Sarebbe stato in verità impossibile il conseguimento di un obiettivo tanto clamoroso, senza l’apporto fondamentale di alcuni strumenti mediatici di cui il promotore si è avvalso lungo l’arduo e tortuoso tragitto. A partire dalla spinta informativa del comico Beppe Grillo e del suo gettonatissimo blog che ha dedicato ampi spazi all’iniziativa. Ma decisivo è stato l’apporto propulsivo del Portale dell’Informazione Nazionale Italymedia.it e del suo direttore Antonello De Pierro che ha sostenuto e nutrito la divulgazione del progetto avvalendosi anche delle frequenze della nota emittente radiofonica Radio Roma di cui è uno storico conduttore. Il giornalista, che è anche presidente del giovane movimento “L’Italia dei Diritti” così si è espresso sull’argomento: “I consumatori italiani dovranno per sempre essere grati a questo eroico e fenomenale studente, ed è davvero biasimevole il fatto che un simile risultato non abbia tratto linfa vitale da un impegno forte degli organi rappresentativi, istituzionalmente deputati alla presentazione e alla promulgazione di leggi, che nel frangente si sono dimostrati clamorosamente miopi e distratti”.

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