Ragazzi di Vita – Parte Seconda –

Posted by admin | Brodo | venerdì 16 Novembre 2007 01:53

Pago il Martini lanciando le monetine sul banco.
Da quando gioco a poker è così. Tutto è fiches.

Mi siedo su uno sgabello di legno.
Accanto al calcio balilla.

Il circolo assomiglia tantissimo a un vecchio bar che frequentavo da piccolo per giocare a Wonder Boy.
Di fronte alla pesa pubblica di Ponte di Piave.
C’era un merlo indiano. Cocorito. Di quelli che parlano.
Lo guardavi fisso negli occhi. Arrotavi la “r” di “cocorito” per farlo parlare.
Lui rispondeva sempre e solo “diooo can”.

Al circolo giungono i primi “amici di amici”.
Veronica – professione maestra, nel tempo libero catechista.
Lucrezia – professione psicologa, nel tempo libero psicologa della porta accanto.
E altri. Ma non centrano.

Mi annoio. Non è una novità. Ma stasera mi annoio fino al punto tale di rimpiangere di non avere mai avuto un lettore mp3. Forse vorrei addirittura un ipod. No, forse un ipod è troppo.

Veronica e Lucrezia sono strane. Ubriache sì. Ma logorroiche, esagitate.
Sparano cazzate no sense. Non è solo alcool.

Gli amici di amici si assentano.
“Vieni anche tu? Siamo a casa di Antonio qui dietro. Torniamo fra dieci minuti, se ti va vieni”.
Non mi va.
So cosa vuol dire quando uno si assenta dalla socialità per dieci minuti.
E non mi va.

Gli amici di amici ritornano. Più logorroici di prima.
La psicologa della porta accanto mi devasta di stronzate introspettive random.
Annuisco. Le dico che ha ragione.
Che è vero: “sotto la mia maschera di indifferente e arrogante in realtà si cela l’insicurezza”.
Vorrei chiederle anche l’oroscopo per la terza decade ma devo levarmela dal cazzo al più presto.

Ci muoviamo. Dobbiamo andare al “Succo”. Un altro locale.
Meno pashmine, più Louis Vitton.

Facciamo tappa da Antonio.
Per i soliti dieci minuti.

“Ti droghi?”
“Sì”
“Davvero?”
“Sì. Fumo qualche canna per addormentarmi”
“No beh, ti chiedevo se ti drogavi VERAMENTE”.

E’ divertente come linee di confine dell’alterazione delle percezioni seguano le variabili del “vero” e del “falso”. Le stesse di un partecipante a un reality.
La canna è falsa.
La coca è vera.

Entriamo da Antonio.
Ci sediamo in salotto.
A turno fanno la spola verso il bagno.
Dove è disposta una cornice di vetro sulla quale piegano le narici a novanta.

A turno tornano in salotto.
Siamo seduti in cerchio.
In 10. Se avessi vent’anni di meno e fossi in gita con i preti qualcuno intonerebbe “sono un fungo wash wash velenoso wash wash”.

In quel preciso istante scatta la follia.
L’elemento deviante che destabilizza la community.
“Sapete che Enrico ha partecipato a un reality?”.

Io le chiamo “le porte”. Mi accadono spesso. Piccole zone protette del cervello dove ti ci infili quando sei in difficoltà. Non pensi a dove sei. A cosa sta per accadere. Immagini solo di essere di fronte a una porta. Ogni volta, quando la apri, ti appare qualcuno di diverso.
Un’immagine prodotta casualmente dal tuo pensiero.
In quel preciso istante mi appare il Maestro Gian Piero Reverberi.
Dirige La Fede Tradita e Vendicata di Vivaldi.

“Ma stai scherzando? Un reality?”.
Un reality è tabù.
E’ socialmente poco accettato.

Veronica e Lucrezia entrano nel vivo della questione.
Tento di liquidarle ma non c’è verso.
Un cretino col colletto alzato in via Calmaggiore direbbe “sono in piena”.

Non ho nessuna voglia di parlare ma devo.
Lucrezia tenta un’analisi Freudiana per giustificare la mia presenza a un reality.

Insoddisfazione dell’ego.
Narcisismo.
Desideri incompiuti.
Senso di potere.

Vorrei spalamarle la camola che mi sono appena staccato sulla borsa di Fendi.
Ma è troppo lontana.
Trattengo la rabbia per non essere scivolato via prima da un discorso del genere.

E se io cambiassi prospettiva? E se io per una volta provassi a spiegare?
E se proprio perché sei una cocainomane del cazzo tu riuscissi a capirmi?

Prendo fiato. Decido di spiegare.
Lucrezia mi chiede 1 minuto.
Tappa al bagno.

Riprendo fiato.

“Vedi la cosa che più mi ha sconvolto dell’aver partecipato a un reality sono gli effetti che la cosa ha avuto sugli altri. Nel bene o nel male, prevale il giudizio, forse il pregiudizio. Spesso morale. Nessuno si è chiesto perché io l’abbia fatto. Tutti avevano una loro interpretazione che ritenevano certa. Capisci? Così nessuno conosce mai nessuno. Si tengono la sicurezza di un giudizio morale evitando il confronto. Esattamente come hai fatto tu”

Lucrezia sbotta. Urla.
“Il giudizio morale è un mio diritto! Il giudizio morale deve esserci, basta con questa cosa che non si possono dare giudizi morali!”
Un diritto.
Un mio diritto.
Esplodo.
“Magari prima di formularlo passa a pulirti la punta del naso…”

Scende il gelo.
Sarà così per il resto della serata.
E’ una comunità pagana, io sono il loro capro esterno.
Non ho toccato nessun nervo scoperto.
Mi hanno solo ostracizzato.
Senza minimamente riflettere sulla loro colpa.
René Girard quella sera si sarebbe divertito molto. Forse anche Pennac.

Il reality è tabù.
La coca no.
La coca è oltre il giudizio morale.
La coca è il Rito.

Benvenuti.

Sempre e solo Arcade Fire. Solo Wake Up ha il potere di non farmi chiudere gli occhi

33 Comments »

  1. Commento by D4rKr0W — 16 Novembre 2007 @ 02:17

    Sei un genio.

  2. Commento by Geo — 16 Novembre 2007 @ 06:44

    Ti ci vedo bene come capro espiatorio.
    E comunque te lo meriti. Cazzo, hai partecipato ad un reality!
    Ma quindi, io non mi drogo davvero?
    Simulo?

  3. Commento by il.poeta — 16 Novembre 2007 @ 10:15

    Dovresti donarci piu’ scritti, tu.

  4. Commento by EdTv — 16 Novembre 2007 @ 10:36

    Ti droghi, ma ti droghi falso.
    O, meglio, ti droghi verosimile.

  5. Commento by cinzia — 16 Novembre 2007 @ 10:50

    e sono vele..wash wash..e sono oso..wash wash…sono un fungoooooooooooooooooooo velenoso wash wash

  6. Commento by PELLI! (fu wordscankill) — 16 Novembre 2007 @ 11:05

    Noise.

    La cosa che mi sconvolge è che il motivo per cui qualcosa diventa socialmente lecito/illecito, è quasi del tutto incomprensibile.
    O almeno, è comprensibile a posteriori, ma mai prevedibile.
    Una variabile fissa sembra l’elitismo versus la massa. Che poi non è vero elitismo.
    Reality, fenomeno di costume di massa, illecito.
    Coca, fenomeno di costume d’élite, lecito.
    Come il vegan.
    Mi chiedo in che momento esattamente intercorra il break point. E’ successo per le pellicce, deve succedere anche per l’ipod.
    Se han tirato fuori le torture sugli animali, vedrai che tireranno fuori anche uno studio-farsa sugli effetti dannosi dell’esposizione prolungata al rumore, un po’ come le stronzate sul fumo passivo.

  7. Commento by plenum02 — 16 Novembre 2007 @ 11:52

    marchet el merlo!!! zio pino…. quant da rider…
    invece io, mi drogo o no? bah, satu che nol so? se drogarse vol dir coca no, canne no me le fae pi… me sa che son deventada na brava tosa, o forse lo son sempre stata…. marchet te augure bona zornada, vae farme la me dose de raboso 🙂

  8. Commento by R. — 16 Novembre 2007 @ 12:18

    Ce lo hai fatto aspettare il seguito ma meritava sul serio. Adesso ci medito sopra…

  9. Commento by kross — 16 Novembre 2007 @ 14:46

    io voglio sapere che fine ha fatto la camola.

  10. Commento by R. — 16 Novembre 2007 @ 15:17

    La camola Enrico me l’ha spedita per posta, adesso la conservo in una teca. Vero Enrico?

  11. Commento by EdM — 16 Novembre 2007 @ 15:42

    Vabbè, ma che circoli frequenti? e la rasatura? pensavi ti sniffassero la ‘bamba’ dal petto?

    Bha, a me non ha fatto effetto ‘sto racconto, sembrano cose già sentite e viste.

    Inoltre la coca non è più Rito e non è più elitaria, ha già passato il punto di rottura.

  12. Commento by Fred Aster — 16 Novembre 2007 @ 16:02

    non è più elitaria nel senso economico del termine. E’ un Rito pari allo spritz o al “beven l’ultimo”, è wide-spread, è trasversale rispetto all’età, è “depenalizzata” moralmente, non è come l’eroina che sei un bubbanoso infreddolito, tra un po’ anche la coca non sarà più “drogarsi veramente”.

  13. Commento by Pieropan — 16 Novembre 2007 @ 17:08

    Ehi, ma lo sai che nell’osteria del merlo ci passavo spesso?
    Tu gli dicevi: ciao, di dove sei?
    E lui faceva: Ciaao, iio ssono di Pontedipiaave.

    Mitico merlo, accompagnava il primo dei bianchi della serata, che finiva sempre a tresette da ginetto a san polo.

    Bella storia.

  14. Commento by EdTv — 16 Novembre 2007 @ 17:43

    L’osteria del merlo superò molte proprietà e forse anche un paio di merli.

    Il merlo diceva esattamente quella frase.
    Oltre che a una quantità mostruosa di bestemmie.

    Ginetto rulez.

  15. Commento by R. — 16 Novembre 2007 @ 17:57

    Il merlo dell’osteria che bestemmia e’ una specie di costante cosmologica, conoscevo almeno cinque posti diversi con la stessa attrazione.

  16. Commento by EdTv — 16 Novembre 2007 @ 17:59

    Cazzo evidentemente li prendevano apposta.

    Il merlo indiano del bar in questione bestemmiava.
    Il merlo indiano nel giardino di Ponte bestemmiava.
    Il merlo indiano nella pizzeria di Levada non ricordo. Ma potrei scommeterci…

  17. Commento by R. — 16 Novembre 2007 @ 18:40

    A questo punto mi chiedo se non sia che i merli indiani bestemmino di natura senza bisogno di nessun input… un po’ come i veneti ed i friulani insomma.

  18. Commento by kross — 16 Novembre 2007 @ 19:57

    ma il merlo indiano lo mangia il curry e il pollo vindaloo?

  19. Commento by R. — 17 Novembre 2007 @ 14:25

    Se un merlo indiano si magiasse un vindaloo bestemmierebbe anche Shiva, Vishnu e Brahma oltre che le divinità cristiane. E soprattutto non mi avventurerei mai nei pressi della gabbia per almeno due o tre giorni.

  20. Commento by ste — 17 Novembre 2007 @ 19:45

    premetto che so poco o niente dei personaggi della storia/racconto : perchè quello che ha partecipato al reality, prima di fare l’uscita contro la psicologa e la società, non ha provato a difendersi e a spiegare la propria situazione? intendo dire che, se uno decide di non parlare subito, è ovvio che rimanga un giudizio superficiale negli altri.

  21. Commento by EdTv — 18 Novembre 2007 @ 04:31

    è una storia realmente accaduta.
    quello che ha partecipato al reality sono io.
    non ho fatto nessuna uscita contro la psicologa.
    La psicologa aveva già deciso
    che ero un malato di ego ancor prima che io tentassi di spiegarlo.

    Non ne parlo “subito” perché è un argomento che mi irritia parecchio.

  22. Commento by ste — 18 Novembre 2007 @ 11:37

    okkei

  23. Commento by Frah — 18 Novembre 2007 @ 16:11

    “La realtà è quella cosa che, anche quando smetti di crederci, non scompare”, ha detto lo scrittore Philip K. Dick. Nelle prossime settimane ti invito ad applicare questa riflessione alla tua esperienza, Gemelli. Puoi generare una gran quantità di energia creativa cercando di capire cosa c’è di vero nella situazione in cui ti trovi e cosa invece è una pura illusione prodotta da malintesi e percezioni sbagliate. Hai tutta la forza necessaria per eliminare le fantasie, positive e negative, che ti impediscono di vivere nel mondo reale e di sfruttare la tua intelligenza al 100 per cento.

    Enjoy.

  24. Commento by PELLI! (fu wordscankill) — 18 Novembre 2007 @ 17:48

    Anche il merlo del bar del mio paese bestemmiava.
    Anche quello del mio vicino di casa.
    E bestemmiavano anche i due merli di mio zio.
    Mia nonna era incazzatissima.
    Non abbiamo mai capito chi gliele insegnasse.

    Forse sono fonemi innati.
    Tipo la vera lingua di Dio.

  25. Commento by cate — 18 Novembre 2007 @ 19:38

    il reality credo consenta di parlare di qualcuno che sia esterno alle nostre vicende e riempire il vuoto che c’è in giro .

  26. Commento by kross — 18 Novembre 2007 @ 23:04

    piu’ divertente il discorso sul merlo…
    continuo a sostenere la versione: il merlo bestemmia perche’ gli hanno dato da mangiare il pollo vindaloo

  27. Commento by Fred Aster — 19 Novembre 2007 @ 02:56

    Secondo me il merlo bestemmia perchè non sfrutta la percezione positiva data dall’esperienza nel parlare subito in modo che questa generi un’emzionalità nel non sentirsi reale.
    O forse ha solo letto un libro di Philip k. Dick.
    Oppure voleva fare un reality e non l’hanno preso.
    Il merlo mi sta confondendo.

  28. Commento by R. — 19 Novembre 2007 @ 09:24

    il merlo e’ subdolo!

  29. Commento by Pieropan — 19 Novembre 2007 @ 11:58

    Il merlo è come un motore di ricerca con un db di 5 record.
    Tiene solo gli ultimi 5.
    Se bestemmi lui bestemmia. Se chiedi *che ora è?* lui risponde *che ora é?*… funziona esattamente come google…
    Il merlo è affidabile, senza scarti creativi.

    Nel caso della nonna penso che nonno e zii usassero astutamente il merlo come arma di mobbing.

    Tipo: sequenza – il nonno si avvicina alla gabbia e sciorina 5 bestemmioni in assenza della nonna, saturando la capacità del db del merlo.
    Quando la nonna rientra e si avvicina alla gabbia, il merlo risponde a qualsiasi suono con i bestemmioni assimilati. La nonna rieduca il merlo alla vita civile fino al prossimo ciclo, all’infinito.

    Il merlo tiene uniti i matrimoni molto più di santa romana chiesa e dei suoi precetti.

  30. Commento by EdM — 19 Novembre 2007 @ 14:41

    quello del merlo era un locale temutissimo dalle mamme e casualmente (quasi per sfida o compensazione) di fronte alla chiesa parrocchiale. Lì purtroppo si vivevano i residui degli ’80 ed inizio ’90 e si andava di sostanze più letali, ma questa è un’altra storia, comunque secondo me il merlo insisteva sulla i…

    Diiiiio can!

  31. Commento by SB — 1 Dicembre 2007 @ 12:05

    Il merlo, inserito all’inzio della sequenza narrativa, ha compromesso l’intera storia. Il merlo è più interessante della cocaina.
    Il merlo bestemmia!

  32. Commento by Arianna — 17 Dicembre 2007 @ 16:06

    Qui a Sud (provincia di Venezia) cantavamo: sono un fungo uacciuà velenoso uacciuà.
    Fantastico, comunque. Mi piace come scrivi e cosa scrivi. A presto!

  33. Commento by klokoloipuoi — 27 Agosto 2008 @ 12:27

    Sembrerà una puttanata ma se fossi un giudice alle olimpiadi e tu un tuffatore ti darei il massimo dei voti solo per:
    _Ti droghi?
    _ Si.

RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Leave a comment