Catwalk

Posted by admin | Brodo | mercoledì 10 Ottobre 2007 17:39

La cosa che più mi ha colpito di Londra
è il viaggio in bus da Ronchi dei Legionari a Trieste.
55 minuti per 30 km.
A un certo punto il bus fa una fermata in mezzo alla strada. Di fronte a un giardino.
Non scende nessuno.
Non sale nessuno.
Forse ci abita qualche assessore. Custom Stop.

Camminare per Londra è come recitare sempre lo stesso Mantra.
Dalla periferia al centro.
Sandro’s, Costa, Pret a Manger, Eat, Habitat, Mark & Spencer, Karen Millen, Jigsaw, Tesco, La Porchetta, Boots…
Ovunque.
I franchising mi inseguono. Me li sogno la notte.
La Time Out ha stilato una lista dei 101 locali in cui esserci prima di lasciare Londra.
Credo siano gli unici 101 locali non in franchising.

Queue Up.
Il momento più alto dello stereotipo inglese per eccellenza.
Ero con Kaiserinen a fumare una sigaretta sul prato.
Highbury Fields.
A metà strada tra la metro e lo stadio dell’Arsenal.
E’ mezzogiorno della domenica.
C’è un camminamento in mezzo al parco largo al massimo un metro.
Un occhio alla fermata. Un occhio allo stadio.
Lungo questa retta di un chilometro un migliaio di persone perfettamente in fila.
Uno spettacolo umano marziale impressionante.
Mi sono messo in coda anch’io.

Ho bisogno di capire.
Credo che il popolo inglese sia affetto da una strana sindrome e credo sia piuttosto recente.
Nella classifica dei 30 libri più venduti ci sono 12 libri di cucina.
La cucina, il cibo sono declinati sotto ogni forma di format possibile e immaginabile: docufiction, reality, talk show, one man show con il cuoco-guru di turno.
I giornali sono pieni di gossip sui cuochi guru.
Che cazzo sta succedendo?
Nomi come Gordon Ramsey o Marco Pierre White hanno la stessa popolarità di un Beckham o di una WAG.
Sconvolgente.
So che questo blog è frequentato da anglofili. E se qualcuno fosse così gentile da tentare un’interpretazione gli offro da bere seduta stante. Perché davvero non riesco a capire.

Lo splendido Mika a fare da sottofondo ai miei giorni londinesi

20 Comments »

  1. Commento by pc — 10 Ottobre 2007 @ 18:40

    interpretazione di cosa?

    del concetto di coda (1)? che se un inglese e’ da solo alla fermata dell’autobus forma una coda ordinata lo stesso (parallelo al segnale, faccia rivolta alla direzione di arrivo del bus, immobile).

    del concetto di coda (2)? che quando e’ scoppiato il casino per la crisi della banca northern rock il panico si e’ tradotto in file lunghissime e ordinate alle filiali?

    della mania per i cuochi/libri/programmi tv di cucina, che associerei alla mania dei programmi tv su come decorare le case? mistero… dato che un sacco di gente mangia roba scaldata al microonde e le case sono tutte uguali e fanno un po’ cagare.

    consiglio “watching the english” scritto da kate fox, un’antropologa che ha confessato di “non avere le palle di andarmene in giro per il mondo e vivere scomoda per osservare qualche tribu’ sperduta ed ho preferito starmene a casa ad osservare i miei connazionali”.

  2. Commento by b.londe fad — 10 Ottobre 2007 @ 19:10

    Probabilmente questa tendenza
    è il frutto della campagna governativa
    per contrastare
    il rischio di obesità
    che incombe sugli inglesi
    per colpa del junk food.

    Forse.

  3. Commento by kross — 10 Ottobre 2007 @ 19:45

    PC, ricordo ancora il fantastico programma tv, col cuoco che cazzia i ristoratori..

  4. Commento by coseinfila — 10 Ottobre 2007 @ 20:04

    Prova con questo.

  5. Commento by coseinfila — 10 Ottobre 2007 @ 20:05

    (mmm. i commennti non prendono le img)

    I segreti erotici dei grandi chef
    Irvine Welsh

  6. Commento by gnello — 11 Ottobre 2007 @ 13:01

    kate fox, un’antropologa che ha confessato di “non avere le palle di andarmene in giro per il mondo e vivere scomoda per osservare qualche tribu’ sperduta ed ho preferito starmene a casa ad osservare i miei connazionali”.

    Questo è un aforisma!
    Comunque se qui ci sono degli anglofili io me ne vado. La peggiore cucina (nonostante i cuochi) l’estetica più volgare, caotica, disordinata, sovrabbondante.
    Salvo il calcio (sei andato a quello stadio dell’Arsenal spero…).

  7. Commento by pc — 11 Ottobre 2007 @ 13:06

    gnello, mi tocca contraddirti sulla cucina…

    la cucina tradizionale non e’ affatto male, sebbene semplice e gli inglesi da lungo tempo hanno accettato le influenze culinarie del resto del mondo per cui comunemente si riesce ad assaggiare di tutto (italiano, francese, messicano ma anche caraibico, indiano, malese, thailandese, cinese, giapponese etc.)

  8. Commento by pc — 11 Ottobre 2007 @ 13:07

    voglio precisare: la cucina tradizionale e’ semplice come tipologia ma pesante da digerire!

  9. Commento by elisa — 11 Ottobre 2007 @ 13:08

    Code…….
    prova ad andare negli States….. e poi mi dirai…….
    ciao ben tornato………

  10. Commento by EdTv — 11 Ottobre 2007 @ 13:13

    ma davvero non c’è un motivo per questa ossessione della cucina? E’ davvero la cosa che mi ha impressionato di più. Magari mi sono fatto suggestionare da alcune coincidenze però è allucinante pensare a un palinsesto televisivo dove ci sono almeno 5 reality sulla cucina.
    Io in Italia seguo spesso Gambero Rosso, perché sono completamente pazzo per Simone Rugiati (l’essere più televisivo che io abbia mai visto) e quindi un po’ di esperienza ce l’ho.
    Ma in UK tutto ciò è portato a livelli esponenziali.

    Sul calcio e su Highbury aprirò forse un capitolo a parte. Perché merita.

  11. Commento by Fredaster — 11 Ottobre 2007 @ 14:59

    prova anche con “Soundbites”. La raccolta di ricette che Alex Kapranos dei FranzFerdinand ha raccattato durante i tour in giro per il mondo. (e le pubblicava sul Guardian, mica sul cioè)

  12. Commento by max — 11 Ottobre 2007 @ 22:57

    Mi permetto di dare il mio contributo al dibattito sull’attuale ossessione per il cibo degli inglesi. In verità, la cucina inglese era, storicamente, ottima e anche decisamente complessa, ricca di intingoli gustosi e complicati. Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, e il richiamo di Churchill al risparmio sul fronte casalingo, gli inglesi hanno iniziato ad andare a pane in cassetta e tè. Quando la serialità del cibo è diventata assoluta (vedi anche il fenomeno del franchising…), dev’essere scoppiato un bubbone nel subconscio collettivo, incastrato lì da cinquant’anni, e all’improvviso i Londinesi hanno iniziato a rincorrere il pomodoro fresco, il basilico, il burro alle erbe e il formaggio di fossa, Jamie Oliver è diventato famoso come una rockstar, i ristoranti più importanti dei teatri, etc. Allo stesso tempo, ci sono stati altri fattori, come l’avvicinamento (reale) all’Europa, la ‘cool Britannia’, e il fatto che con il turismo di massa il numero di inglesi che han mangiato del buon cibo fuori dai loro confini è aumentato esponenzialmente. Se è vero che ormai la Toscana e l’Umbria sono piene, e iniziano a comprare casali e masserie in Lazio e Abruzzo…

  13. Commento by il.poeta — 12 Ottobre 2007 @ 09:04

    Beh intanto mi hai incuriosito e sono andato a cercare il meaning di catwalk 🙂

  14. Commento by gnello — 12 Ottobre 2007 @ 11:50

    guarda che in italia ci sono programmi della madonna a caterve sulla cucina. Saranno fuori dal tuo palinsesto forse.
    Cito: mezzogiorno di cuoco, fornelli d’italia…

  15. Commento by gnello — 12 Ottobre 2007 @ 11:53

    comunque che la cucina sia all’avanguardia è indubbio (però assumendo tradizioni culinarie estere, come dici tu).
    Ho mangiato cose buone in inghilterra, ma le ho digerite in finlandia.
    Io per qualità intendevo anche la qualità “SALUTARE”.
    Mi piace pensare che la cucina sia quella cosa che ti fa vedere i settant’anni di età.
    Riguardo al gusto, pc, credo tu ne sappia più di me e probabilmente hai ragione…

  16. Commento by arlon — 12 Ottobre 2007 @ 15:17

    Non toccatemi la cucina finlandese!
    E’ piuttosto buona, ma cucinano un po’ come fosse sempre -20 😀

  17. Commento by gnello — 12 Ottobre 2007 @ 16:38

    forse perchè è sempre -20.
    Non so, sei tu che vivi là… fa veramente così freddo?
    Litmanen è ancora idolo nazionale?

  18. Commento by gnello — 12 Ottobre 2007 @ 16:38

    forse perchè è sempre -20.
    Non so, sei tu che vivi là… fa veramente così freddo?
    Litmanen è ancora idolo nazionale?

  19. Commento by kaiserinen — 14 Ottobre 2007 @ 12:06

    KAREN MILLEN NON SI TOCCA!!!
    ah! e sono seduta comodamente da starbucks, ma uso la connessione del mcdonald’s affianco…

  20. Commento by arlon — 14 Ottobre 2007 @ 16:26

    @gnello:
    – no, anche se 3 giorni fa nevischiava, e la notte dopo sono scivolato sul ghiaccio con conseguenze ‘fastidiose’.
    Il sud della Finlandia, a sentire quelli del resto del paese, sembra il Mediterraneo 😀 dicono che qui non c’è il “vero inverno”. Mi fanno un po’ paura, quando parlano così..
    – Il calcio, sanno a malapena cosa sia. Un gioco da scampagnata estiva, giusto fino a quando la stagione dell’hockey ricomincia

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