Deep Blue

Posted by admin | Brodo | sabato 28 Luglio 2007 20:22

Trieste.
Bar Stella.
Estate 2005.

Io, Giannino e Marco assistiamo all’ingresso
nel mercato estivo dei camerieri, di uno schiavo nuovo.

Tatuatissimo. E’ la priva volta che lo vedo.
Giannino c’ha già avuto a che fare.
Di primo acchito non sembra un genio.

Beviamo un aperitivo.
Andiamo al banco a pagare.
Dietro alla cassa c’è lui. Giovanissimo, in canotta. Muscoli.

Gianni sospira:
“Uhh, ‘stu che al fâs una dificoltât cui conts… îr i ai dât 5 e al è stât 3 minûts par capî tant che al veva da dâmi di rest…”
(uhh, ‘sto qui è così imbranato coi conti…ieri gli ho dato 5 ed è rimasto 3 minuti per capire quanto doveva darmi di resto)

Pago io.
“Xé 6 euro e 20”.
Gli do 10 euro.
Il tatuato si concentra per capire quanto mi deve ritornare.

Nelle tasche trovo 20 centesimi e glieli metto sul banco, pensando di aiutarlo.
Lui distoglie lo sguardo dai 20 centesimi e fa un’espressione di dolore, cercando maggior concentrazione.

Gianni: “uh, ades tu lu âs mitût in dificoltât…”.
(“uh adesso l’hai messo in difficoltà“)

Dopo un po’ mi dà il resto, aiutato da una calcolatrice.
Gianni mi guarda ridendo sotto i baffi.
Usciamo.

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Trieste, città vecchia, un anno dopo.
Passiamo con Giannino davanti ad locale appena aperto.

“Uh. gianni savevitu di ‘stu ambient?”
(“gianni sapevi di ‘sto locale“)
“Si, lu an viert da pôc. A lu gjestìs chel fantat che al lavorava al Stella“.
(“sì, l’hanno aperto da poco. E’ gestito dal tizio che lavorava allo Stella“)
“Ma cui? il biont (intendendo un altro barista di 4 anni prima)?”
(“Ma chi, il biondo?”)
“Ma no dai. chel dut tatuât. chel che jo i clamavi Deep Blue…”
(“Ma no dai. Quello tutto tatuato. Quello che io chiamavo Deep Blue“)
“Ah… e parcè Deep Blue?”
(“Ah…e perché Deep Blue?“)
“Eh, al è il nom dal computer che al à batut Kasparov…”
(“Eh, è il nome del computer che ha battuto Kasparov…”)

Questo ve lo traduco fra un po‘. Fatto. E’ un dialogo semplicemente meraviglioso. Grazie a Marco e a Dree per la preziosa collaborazione

S.o.E. – Summer of EdTv – Quarta e ultima Parte

Posted by admin | Brodo | venerdì 27 Luglio 2007 12:10

Ho un amico.
Un giorno questo amico parte per un master nella terra di San Barry Bonds.
E’ un master in marketing e a una delle prime lezioni in classe
il professore, uno cazzuto, chiede ai ragazzi:
“Secondo voi, in una classifica ipotetica chi è l’uomo più potente del mondo?”.

Silenzio.
Nessuno risponde.

Allora il mio amico prende coraggio.
Alza la mano, gli danno la parola.
Risposta europeo-secolarizzata che peraltro apprezzo molto:
“The Pope?”.

Il professore ride. “Are You Dumb?”.
Abbiamo ovviamente un’idea tutta nostra del Papa.
Nell’immaginario cattolico è ovviamente una star di prima punta.
Ma non la prima.
Nel corso degli ultimi 20 anni è stato soppiantato
da un mito che naviga a vista sfiorando ogni tanto il crinale del Paganesimo: Padre Pio.

Fatto sta che trovarsi il Papa davanti ha sempre il suo perché.
Il primo pensiero è sempre quello di immaginarlo nel suo quotidiano. Nella sua routine domestica. Nella sua intimità di individuo.

Arrivamo per primi al bosco di Lorenzago.
La casa nel bosco (“il suo nome conosco”), è transennata.
Il Papa sta per tenere messa e deve compiere il percorso dalla casa al palco per il suo Angelus elfico.

Intoniamo svariati canti.
Tra cui un “Ave Maria” assemblando parole sacre random sulle note di Knockin’ on Heaven’s Door.
Don Gaetano usava il CutUp meglio di Kurt Cobain.

E’ arrivato il momento.
Esce la scorta.
Esce Wojtyla.

Scattiamo verso le transenne.
Infilo le mie Kickers nelle inferriate delle transenne. E mi sporgo.
Accanto a me, Marco. Il mio compagno di stanza.

Wojtyla cammina sobrio aiutandosi con un bastone da passeggio.
E’ sul lato opposto. Mi dà la schiena per salutare i bambini.
E’ lontano.

Colpo di scena. Si gira. Punta verso di me.
Dritto. Drittissimo verso di me.
Mi sta innanzi.
Gli porgo la mano.
Lui me la sfiora.
Passa e se ne va.

Mi guardo la mano.
Non so che dire.
Non so che fare.
Scelgo quello che so fare meglio.
Ovvero immaginare il suo quotidiano, la sua intimità di inviduo.

Mi volto verso Marco. E a voce medio alta:

Marco, ma secondo te com’è il BIT del Papa?

Il “Bit” per i non Veneti è il “cazzo”.

Marco è sconvolto.
Sacrilegio.

Ma la sua reazione è strana.
Alla fine è un ragazzetto. In teoria dovrebbe ridere della mia puttanata.
Invece è sconvolto.
E solo dopo capisco perché.
Solo quando lui si gira verso Don Gaetano, in piedi, esattamente dietro di me.
E’ sconvolto perché ho commesso un sacrilegio di fronte all’autorità.

Non oso incrociare lo sguardo di Don Gaetano.
L’ho fatto grossa.
Talmente grossa che ancor oggi è una figura di merda che non riesco a cancellare dalla memoria.

Faccio in tempo solo a sentire:

Ho sentito. Ho sentito tutto“.

Detto con un tono che nemmeno l’Inquisitore Eymerich.

Il giorno dopo zero stelline.
Il giorno dopo ancora zero stelline.
Tre giorni dopo 3 stelline. Ma solo perché avevo vinto il torneo di cattura-bandiera.
Il mio atto situazionista non fu apprezzato.
Mi classificai ultimo in condotta.

Quell’estate tornai a casa dal Camposcuola
evitando di frequentare il campo da basket dei Padri Giuseppini.
Immerso nel terrore di incontrare Don Gaetano.
E concentrandomi sulla Cuccard.
Con risultati pessimi.

Un anno dopo con mio grande sollievo Don Gaetano sparì dalla circolazione
per andersene in qualche missione dove insegnano ai bambini negri a essere meno negri.

Il custode della mia vergogna era partito.
Io ero di nuovo un piccolo cattolico in cerca di vocazione.

Per chi se lo stesse chiedendo la risposta a “Chi è l’uomo più potente del mondo?” è il “Presidente della Federal Reserve”. Americani del cazzo…riuscirebbero a togliere la poesia anche a un tramonto

S.o.E. – Summer of EdTv – Terza Parte

Posted by admin | Brodo | mercoledì 25 Luglio 2007 12:14

Don Gaetano.
Don Gaetano era il classico prete amico dei giovani.
Creativo.
Poliedrico.
Il classico prete che quando ti confessa ti chiede cose aderenti al tuo universo quotidiano.
E non certo “ha mai disonorato la memoria dei tuoi avi?”. Eh?
Il classico prete che adattava testi sacri a melodie pop.
Tipo quando creò “e nel pan dell’unità cercheren la carità” su The Sound Of Silence di Simon & Garfunkel.

Forse Don Gaetano viveva qualche retaggio di un suo passato Beat.
Forse “Solo più che mai” l’aveva scritta lui.

Ma aveva un retrogusto strano. Non mi fidavo.
Era il classico “rido e scherzo ma solo fino a quando lo dico io, poi divento stronzo”.

Ero una mosca bianca. Tutti adoravano Don Gaetano.
E’ un po’ come Umberto Veronesi, Valentino Rossi, Tiziano Terzani.
Se ne parli male puoi tranquillamente ritenerti esonarato dalla vita pubblica.
Icona paesana.
Untouchable di provincia.

Credo fosse reciproco. Non ero certo fra i suoi preferiti.
E ci tenevamo a distanza.

Il camposcuola procedeva.
Prima di entrare in mensa per la colazione al mattino,
all’ingresso campeggiva un enorme Bristol con tutti i nostri nomi in colonna.
Accanto ai nostri nomi, le stelline.
Le stelline andavano a 1 a 10.
E rappresentavano la tua condotta del giorno precedente.
Viaggiavo a una stabile media di 7 stelline. Forse qualcosa in più.
Alla fine, socialmente parlando, sono di indole tranquilla.
Non rompevo il cazzo.
Non ero un disadattato.
La mia media di 7 stelline era più che meritata.

Il lato negativo del camposcuola era la totale assenza di ragazze.
Beh questo lo sapevo fin dall’inizio.
Ma l’anno prima la nostra “Casa Spirituale” era accanto a un collegio femminile.
L’anno prima però avevo ancora blande e poco riconoscibili erezioni.
E soprattutto non avevo la Cuccard.

A Lorenzago invece eravamo isolati. Di donne neanche l’ombra.
Il progetto “Un limone, Una Firma” andava in fumo.

Era tempo di concentrarci su altro.
Su Wojtyla per esempio.
Il Papa, quella stagione, era resident a Lorenzago.

I PR ditribuirono gli inviti.
Anche noi eravamo in lista.
I Preti sui cubi.
Noi in pista.

Era arrivato il momento per un autografo divino.

Fine della terza e penultima parte.

Accompagna l’incontro con il Papa, If I Had a Hammer

S.o.E. – Summer of EdTv – Seconda Parte

Posted by admin | Brodo | giovedì 19 Luglio 2007 11:13

Il camposcuola è gestito dalla Triade.
Una tris di preti molto interessante.
Due di loro ho continuato a frequentarli per molti anni dopo questo camposcuola.
Fino al giorno in cui non sono entrati nel business anche loro, portandosi via una fetta di memoria del mio paese

Don Gianni, prete giovane, in carriera. All’epoca non valeva ancora un cazzo
ma sul suo capo si era già posata la mano del destino.
Sarebbe diventato qualcuno nella classifica dei preti.
Plauto l’avrebbe chiamato Servus Callidus.
Un magheggione, uno astuto.
Non mi stava antipatico.

Don Paolo. Ecco Don Paolo a prima vista sembrava antipatico.
Uno che aveva un’ironia tutta sua.
Era il mio preferito.
Ed era perfettamente inconsapevole che di lì a poco mi avrebbe cambiato la vita.

Sono le sette del mattino. Sveglia.
Questa è la mattina del Tissi.
Il Tissi è un rifugio massacrante.
A strapiombo sul lago di Alleghe.
Almeno 5 ore di ascesa.
A 12 anni ti procura visioni incontrollate.
Quindi non sono certo se quello che sto per scrivere sia vero.
Ma mi pare di sì.

I preti sono meravigliosi.
Pur non praticandolo, capiscono il sesso meglio di chiunque altro.
L’unico modo per sedarti gli ormoni adolescenziali
è quello di farti arrampicare una montagna con pendenze del 18%.
Stai tranquillo che, poi, per due giorni non farai nessun pensiero impuro.

Trascorsi i due giorni: altro rifiugio, altra arrampicata.
Poenitentia animam maculatam purificat
Saliamo agonizzanti. Don Paolo non dà segni di cedimento.
Ci urla. Ci sferza.
La mia indole pigra (è da Tangentopoli che non faccio una camminata in montagna)
mi conduce immediatamente a bestemmiare i santi protettori del monte Pelmo e del Civetta.

Arriviamo.
Io crollo a terra. Stremato.
Più o meno crolliamo tutti.
Don Paolo è impassibile.
Tira fuori bevande e pranzo al sacco per tutto.
Si era imboscato la coca-cola in gran segreto, fuggendo gli occhi di Don Gianni, The Watcher.
E la distribuisce.
Beviamo. Mangiamo.
Intoniamo un canto alla “Madonna di non so che cosa”.
Finiamo il canto.
Silenzio.
Entro in estasi. E’ un mix impressionante tra le vertigini che ti procura il luogo,
l’aria che respiri, la vegetazione rada.
Silenzio.

Roaarrrrrrrrrr.

Non so se ho sentito bene.

Roaaaaarrrrrr.

Di nuovo.
E’ un rutto.
E’ un rutto impressionante con tanto di eco della montagna.

Ci vogliono due coglioni così per ruttare in faccia a un prete.

Mi giro cercando il volto dell’impavido. E per stringergli la mano.

Ma tutti i miei compagni stanno facendo la stessa cosa.
Si guardano attorno.
Incrociamo lo sguardo di Don Paolo.

In quel preciso istante Don Paolo spalanca la bocca.

Roaaaaarrrrr.

Tre rutti. Uno dietro l’altro.
Rutti Consacrati.
Rutti Vocazionali.

Siamo sconvolti.
Nessuno apre bocca.
Tranne Don Paolo. Ce l’ha ancora spalancata.
“Ragazzi non vi meravigliate, quando siete così vicini alla natura, liberatevi. Perché anche questo è Dio”.

Non l’avesse mai detto.
Se a 32 anni passo ancora il tempo a riprodurre peti con il registratore vocale del Nokia in compagnia del mio collega.
Beh, anche questo è Dio.

Il terzo prete è Don Gaetano.
E a lui sarà dedicata la terza parte.

Fine seconda parte.
911 is a joke dei Public Enemy risuona tra le montagne

S.o.E. – Summer of EdTv – Prima Parte

Posted by admin | Brodo | giovedì 12 Luglio 2007 14:45

Io e Wojtyla ci siamo scambiati il “cinque” vent’anni fa.
Io avevo un ghigno da stronzo.
Lui no.

Io ero in vacanza coi fioi del camposcuola.
Lui era in vacanza coi fioi della CEI.

Vivevamo in una casa nei pressi di Lorenzago.
Era il mio secondo camposcuola. Sulla carta si trattava di un camposcuola vocazionale.
I preti erano lì per fare del blando e disperatissimo recruiting.
Io ero lì perché probabilmente la mia logorrea, in famiglia, mal s’intonava al sole di agosto.

Bene. Adesso fermiamo il racconto. C’è un dettaglio importante.
Con cui si chiuderà la prima parte di questa saga estiva.

Quell’anno uscivo trionfante dal mio secondo anno di medie.
Mi ero regalato un walkman.
Dovevo dare il “cinque” a Woytjla. E ci voleva il ritmo giusto.

Io odio il revival anni ’80. Ma sto per sfoderare qualcosa di veramente pesante.
Apparentemente introvabile anche nei più sperduti anfratti di Google.

Nel mio walkman girava la compilation Mixage n°9.
Con pezzi del calibro di Tovarisc Gorbaciov, Electrica Salsa, C’est la Ouate di Caroline Loeb.
In realtà della musica di Mixage non mi fregava un cazzo.
Visto che non ero così discodancer da potermi permettere i fratelli La Bionda.
Ero più sul versante Warriors of the Wasteland dei FGTH e la loro meravigliosa iconografia frocia.

Ma avevo scelto Mixage.
E l’avevo scelto per un solo motivo, questo:

cuccard

Mixage te lo vendevano con una card, la Cuccard.
La card, nata sull’onda della miniaturizzazione dei documenti orientati al portafoglio.
Come il bancomat, la carta di credito, la tessera della videoteca: nati giusto in quegli anni.
La Cuccard è il più grande abominio etico, morale, spirituale
della storia dell’uomo. Non c’è confronto. Dietro la Cuccard
si nasconde il tragico destino dell’Uomo, della sua natura fragile e caduca.

E io la possedevo.

Vista adesso la Cuccard assomiglia alla tessera dei Kebab degli universitari qui a Trieste.

Dieci spazi vuoti da compilare.
Ogni spazio una firma.
Insomma tu ti limonavi una tipa e poi la facevi firmare sullo spazio apposito.
Se riuscivi a raccogliere le dieci firme, la rispedivi indietro e partecipavi al concorso dei Cuccador.
Avevo 12 anni. E già una discreta passione per l’archiviazione e la tassonomia.

Fine Prima Parte

Nemmeno da pensarci un secondo: i FGTH

10 luglio 1986

Posted by admin | Brodo | martedì 10 Luglio 2007 00:21

Esattamente 21 anni fa,
ho il dato il “cinque” a Wojtyla.

Ma questo è solo un piccolo preludio a un grande post su Mixage, Cin Ciao Lin, la Mitra, la fede, le mutande. Basta solo saper aspettare. Nell’attesa mi ascolto Your English is Good dei Tokio Police Club

Agenda Setting: continua la ricerca

Posted by admin | Brodo | martedì 10 Luglio 2007 00:12

Chiedo un favore.

Qualcuno ha idea di cosa sia andato in onda verso le 17 di ieri, lunedì 9 luglio?
“Verissimo” o qualcosa del genere?
Hanno presentato il video di Corona?

Devo spiegarmi questo picco:
immagine-17.png

immagine-19.png

Grazie a tutti delle eventuali info.

Vi dedico un vecchio rap di McSolaar

Potrei parlarvi…

Posted by admin | Brodo | venerdì 6 Luglio 2007 17:51

Ho concentrato un milione di cose da scrivere.
Ma non ho il tempo materiale per farlo.
Allora le condenso in pochi punti.

  • Ieri sera ho visto il Premio Strega. Solita decadenza dei premi letterari italiani. Il Premio Strega anticipa la lunga sequela riempi-palinsesti dei premi estivi. Come al solito la diretta televisiva è stata una merda inqualificabile.
    In compenso ha vinto Ammaniti con “Come Dio Comanda”. L’ho finito due settimane fa. Ovviamente lo considero un pezzo da novanta, ma non sono obiettivo. Sono un fan sfegatato di Ammaniti e non faccio testo.
  • Da segnalare, durante la diretta, l’intervista a un altro scrittore che conosco bene (avendo letto molto di suo): Mario Fortunato.
    Lo odio. Non lo stimo. Giornalisticamente e come critico non vale un cazzo. Stroncò e continua a stroncare senza pietà Brett Ellis, senza mai spiegarne il motivo. Lo odio tantissimo. E anche ieri sera ha dato dimostrazione di enorme eleganza e fair play dicendo che il libro di Ammaniti gli ha fatto schifo.
    Uno così è da mandare a fare in culo seduta stante. L’unico problema è che scrive davvero bene. Ma così bene che non ce la fai proprio a mandarlo a fare in culo del tutto. Gli do solo dello stronzo supponente.
  • Ho scoperto che sul canale 518 di Sky danno Poker dall’una di notte in poi. Tutta la notte. Oggi ho due occhiaie tremende.
  • Scusatemi, domanda. Sono il solo a essersi rotto definitivamente il cazzo dopo sole 24h della Nuova 500? Cristo, un incubo.

Basta. Stufo. Chiudo qui. Non metto nemmeno la colonna sonora.

The Touch

Posted by admin | Brodo | giovedì 5 Luglio 2007 12:13

Domenica 24 giugno ero a Macerata.
Serata Finale di Musicultura.
Squilla il telefono.
E’ uno splendido Stefano Gallarini di Play Radio.
Mi intervistano in diretta. Diario Aperto.
Sempre su Play Radio.

Una settimana dopo, Play Radio chiude i battenti.

The Touch

Un in bocca al lupo per le loro nuove avventure a Viscardi e Gallarini. Sperando di non aver portato troppa sfiga. Dedico loro: Dance With Your Shadow dei Fine arts showcase

Fabrizio Corona, Blog e Diario Aperto

Posted by admin | Brodo | martedì 3 Luglio 2007 19:09

Forse questo post sarà lungo, non ho ancora deciso.

Allora uno degli elementi di forte contraddizione all’interno della ricerca che ho appena condotto è una sorta di ambiguità tematica del blogger rispetto agli altri media.
Il blog riceve indici di fiducia molto alti, sfiorando l’80%. Indici impensabili per gli altri media, soprattutto per la televisione che ottiene poca fiducia.

fiducia_diario_aperto

La natura ambigua però emerge nel momento in cui il palinsesto del blog, spesso e volentieri, è un prolungamento di fonti provenienti dai media tradizionali. Come la televisione per esempio.
Nonostante peraltro si dichiari che da quando si frequentano i blog si guarda molta meno televisione.

diario aperto distribuzione del tempo

Nulla di grave. Anzi.
La comunità di attitudini è il luogo dove nasce il confronto critico. Un tempo era il cineforum, il supermercato, la piazza.
Ora molte di queste comunità che fanno dello spettatore un ricevente attivo si sono spostate su web.
Un tempo con usenet poi i forum.
Ora ai forum si sono affiancati i blog.

Pensate a Lost. La “Lunga Coda” di Lost che ha permeato i blog dell’intero globo è alla continua ricerca di una sorta di prolungamento digitale dell’anello centrale che inizia e finisce nei 40 minuti dell’episodio.
Senza i blog, “Lost” non sarebbe “Lost”. E questo vale per Heroes e molte altre serie dove il contenuto generato dagli utenti è altissimo.

In questi giorni al mio blog sono accadute cose strane.
La prima in senso assoluto è un aumento mostruoso degli accessi.
Questo blog tendenzialmente viaggia attorno a una media di 400 visitatori unici distribuiti in modo piuttosto uniforme nelle 24h della giornata.

Questo invece è il grafico relativo agli accessi di ieri.

visite edtv

Rimango piuttosto di stucco.
Guardo le Keywords di accesso e scopro questo:

parole chiave corona

Allora, gli accessi sono alti perché:

– mi sto occupando del caso Corona
– ho scritto del rap di Corona, “Ostaggio dello Stato”
– sono posizionato al primo posto su Google per l’area semantica dedicata al singolo rap

Ma il picco delle 22? Come si spiega?
Eccolo spiegato:

lucignolo

Ieri sera Lucignolo Bella Vita aveva come servizi portanti una serie di scoop, interviste e materiale inedito su e di Fabrizio Corona. Compreso l’intervento a Radio 105 da Leone di Lernia dove si faceva ascoltare il pezzo di cui ho parlato due post fa.

Io, in questo caso, sono un prolungamento dell’immaginario televisivo. Sono l’ambiente digitale dove prolungare il servizio di Lucignolo e mantenere viva l’agenda setting del Caso Corona.

Alcune considerazioni.

A parte il fatto che da professionista del web, la prima considerazione che faccio è Corona sta perdendo tutta la propria “coda lunga” nel web, senza che nemmeno se ne sia accorto. Non la sta massimizzando e rendendo profittevole (se vuole gli posso dare una mano 😉 n.d.r.)

Eliminato questo problema di tipo business. Le considerazioni che possiamo fare sono infinite.
La principale è che questo blog ha toccato i propri picchi su due eventi riguardanti i media tradizionali:
il post su Momo e Fondanela
il post su Corona

Ovvero il successo massimo, questo blog lo ha raggiunto quando ha fatto da specchio e, ripeto, da prolungamento delle proposte mainstream.

Altra cosa: se 150 persone sono arrivate in questo blog da Google attorno alle 22 e 20 significa che 150 persone non hanno aspettato nemmeno la fine del servizio sul nuovo singolo in uscita per approdare qui.

…continua

P.s. Vi lascio con le statistiche di oggi, esattamente identiche a quelle di ieri:

statistiche_oggi.jpg

keywords_oggi.jpg

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