Sergeant Peppe e il pregiudizio razzista

Posted by admin | Brodo | lunedì 11 Giugno 2007 11:06

Il mio terrazzino
dà sul terrazzino dei vicini di casa.

Praticamente mi affaccio su chi si affaccia.
Meta-panorama.

Fino a due anni fa facevo colazione
di fronte a una coppia di froci
che limonavano e si facevano i dispetti nel terrazzino.
Pride-breakfast.

Poi la coppia se n’è andata per cercare un nido in centro città.
Lasciando l’appartamento sfitto per un po’.
O almeno credo.
Io non sono di quelli che vanno a chiedere lo zucchero per fare amicizia
coi vicini. L’ho fatto solo una volta con il latte.
Avevo finito il latte,
ascensore rotto,
zero voglia di andare alla prima bottega utile.
Scendo dai vicini di sotto, suono.
Mi apre una tipa, antipatica.
Ancor prima di chiederle il latte, lei si incazza perché suonando ho svegliato il piccolo che dormiva.
Me ne vado chiedendo scusa, mentre lo stronzetto urla e piange a dirotto in sottofondo.

Da qualche tempo il terrazzino è tornato a vivere.
Ci vive una coppia.
Lei non si vede mai. Se non quando stende i panni.
Lui invece staziona lì, sigaretta in mano, percorrendo a piccoli passi il metro quadro del terrazzino.

Non gli ho mai rivolto la parola.
Lui mi fissa. Io levo lo sguardo.
Credo sia albanese.
Ha l’estetica dell’albanese. Pantaloncino corto Oviesse, canotta arancione e ciabatta di gomma. Tatuaggi.

Alberto, il mio coinquilino, è più socievole di me.
Lui almeno saluta.

Una mattina scendo le scale dalla mia mansarda per fare colazione.
Alberto è lì, che parla del più e del meno col vicino.
Sono contrariato.
Non voglio queste confidenze.

Scopro che il vicino non è albanese.
Ma è ….
Oddio non ho il coraggio di scriverlo.
E’ ….
Trattengo il respiro e raccolgo le forze.
E’ terrone.
Di Napoli.
Fa l’operaio per un’impresa edile.

Rimprovero Alberto: non si dà confidenza agli estranei.
Pesco un repertorio di luoghi comuni terribili sui meridionali.

Torno dal lavoro la sera.
Sono stanco.
Alberto sta cucinando.

“Albé”
“Albééééééééé”
Qualcuno chiama Alberto dal terrazzino.
Alberto si affaccia.
“Albé mica ti imbarazzi se ti faccio assaggià due cose?”

Il vicino che prima era sul terrazzino
ora sta suonando alla nostra porta.
Entra con un vassoio di Zeppole.

zeppole

Si presenta, si chiama Peppe.
Se ne va.

Io non voglio assaggiare le stranezze del piatto.
Ho il terrore che siano avvelenate.
Intimo ad “Albé” di non mangiarle perché sicuramente
prima o poi il vicino vorrà qualcosa in cambio.
Ma il profumo che emanano è qualcosa di travolgente.

Cedo. Non dovrei ma cedo.
E’ pura estasi. Il fritto che ti si scioglie in bocca.
L’impasto che si moltiplica tra la lingua e il palato.
Mai assaggiato niente di simile.

Alberto sia affaccia per ringraziarlo. Io no.

Dieci minuti dopo, il campanello suona di nuovo.
E’ Peppe. Stavolta ha con sé una teglia di pizza margherita.
Si rivolge solo ad “Albé”.

“Albé io te porto da mangià, ma me devi promettere
che nun ti imbarazza ‘sta cosa”

“Albé” è stato adottato.

Ma io continuo a essere in panico. Zeppole e Pizza significa che siamo in debito.
E prima o poi Peppe lo riscatterà.

Ma voi non avete la più pallida idea di che cosa fosse quella pizza margherita.

Il sodalizio tra Peppe e “Albé” dura per giorni.
Parlano del tempo.
Parlano della vita in appartamento.
Parlano del lavoro.
A ogni dialogo, io tremo.
Arrivo addirittura a pensare che Peppe
sia un adepto in incognito di Pippo Calò, durante il sodalizo Camorra-Mafia.
E sconta qui la latitanza.
Vengo preso dall’ansia.
Mi nascondo ogni volta che lo vedo passeggiare in terrazzo.

Ieri mattina mi sveglio.
Mi tocca accendere Sky Meteo 24 per capire che tempo fa.
Perché una bandiera sei metri per tre, dal terrazzino di Peppe,
oscura il mio orizzonte.

bandiera_napoli_serieA

Siamo a un passo dalla sfida per la serie A del Napoli.

Poi, ieri sera.
E ‘ un periodo che soffro di insonnia.
L’unico rimedio contro l’insonnia è uno e uno soltanto.
Il problema è che questo rimedio ha un odore molto forte.
Che travalica i muri e i terrazzini.

Suona il campanello.
Cazzo.
Tento di indagare.
“Qualcuno ha ordinato la pizza?”
Nessuno.

Apro la porta.
E’ Peppe.

“Ci sta mica Albé?”
Alberto scende le scale.
Uno contro uno di fronte a Peppe.
“Albé….puoi venire un attimo di là?”
Alberto annuisce e lo segue.

Ormai è chiaro. Peppe lo vuole tenere in ostaggio.
Non ho il numero di casa di “Albé” per avvisare i genitori.
“Albé” non torna.
Sono passati ormai 2 minuti.
Mi immagino Peppe che gli punta la Beretta contro.

Sento un rumore di chiavi.
“Albé” è salvo.
Entra in casa.

“Oh, avete mica una cannetta per Beppe
che vuole festeggiare la serie A con la moglie?”

un mario merola sta orrendamente commentando i miei pregiudizi

55 Comments »

  1. Commento by Ale — 26 Giugno 2007 @ 14:36

    Ma … mio caro Enrico
    Sei un luogo comune vivente!

    com’era che prima facevi la dieta a zona??
    adesso sei diventato vegetariano …

    a quando la prossima conversione?

    Secondo voi … più trash o trendy?

  2. Commento by Ciao — 13 Settembre 2007 @ 15:24

    ma che merda è sto’blog?
    Viva il Sud fanc*** la polenta

  3. Commento by kross — 13 Settembre 2007 @ 17:27

    Enrico, da quando non si puo’ scrivere FANCULO sul tuo blog?

  4. Commento by gelucu — 8 Gennaio 2012 @ 00:13

    vafancul ai puluntun hahahahahahhaahaha

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