Arachidi

Posted by admin | Brodo | sabato 15 Aprile 2006 03:20

“Checco, esci?”

a) gli amici mi chiamano Checco da 20 anni. Dai tempi in cui il mio allenatore di minibasket credeva che mi chiamassi Francesco e mi aveva soprannominato “Checco”.
b) la domanda “Esci” mi genera ansia. Io non esco mai di mio. Esco solo a richiesta.
c) la domanda “Esci” ne nasconde una più pericolosa e incerta. “Sì ma una volta uscito che cazzo faccio? Dove si va? Dove si socializza”

Saluto mio fratello. Mio fratello risponde agitando il braccio ingessato (brutta caduta al primo allenamento con la squadra di calcetto. Come da tradizione famigliare mio fratello è portiere. Il ruolo degli sfigati).

Un fantasma mi passa attraverso lasciandomi addosso tracce di ectoplasma che formano la scritta “ciao”. E’ mio padre.
Una rompicoglioni non mi saluta. E legge il giornale sul divano. E’ mia madre.

La mia Punto Grigia si ferma davanti al bar.
Max, il barista, ha da fare e non può raccogliere le mie confessioni della settimana.
E’ serio. Ha un retrogusto incazzato dopo aver servito l’ennesimo bicchiere di rosso ai reduci della Via Crucis.

“Dove andiamo?”

Prima tappa: il Gasoline.
Il Gasoline è un locale a Jesolo dove ci sono tante botti sparse con le arachidi dentro.
Uno mangia le arachidi e getta per terra l’involucro.
E’ una tradizione che ha preso piede da qualche anno e che non mi spiego.
Cioè uno arriva, mangia un paio di arachidi e non fa lo sforzo di buttare la buccia su un cestino.
E 200 persone calpestano arachidi a terra.
L’ho visto fare per la prima volta molti anni fa in un pub di Arona. Ero in vacanza.
Cric, croc.
Rumore di arachidi spezzate sotto le mie Adidas 600.

In compenso ad alzare l’umore della serata ci pensa il gruppo che fa musica dal vivo. Cover di Ligabue.
Forse ad Alberto Donatelli non sarebbe piaciuto.

Un gruppo di tedesche annuisce sotto il palco. Sono convinte di trovarsi faccia a faccia
con un gruppo molto importante del panorama canoro italiano, visto che tutto il pubblico intona le loro canzoni.
Povere tedesche. Le illusioni non finiranno qui.
Povere tedesche. Date il giusto tempo a Mister Luglio e Play Agosto e illusioni ben più pericolose
graveranno sui vostri corpi. Si chiamano “maschi latini da spiaggia”, teneteli lontani.

Seconda e ultima tappa: Marina Club
Il Marina è un locale stronzo per stronzi.
Si alternano in egual proporzione Pochette di Gucci con Capellistiraticonfrangia.
Parentesi: ogni anno il Grande Fratello genera mostri.
All’epoca di Katia del GF4, il 90% degli esseri femminili girava con completi Patrizia Pepe, capelli biondi drittissimi e frangia uniforme sulla fronte.
Modello Katia appunto.
Un’estate intera circondato da cloni di Katia.
Il GF5 ha fatto talmente tanto cagare a non lasciare nessuno strascico se non un Jonathan su AllMusic.
Il GF6 ha dato il via a un nuovo fenomeno: i cloni di Simona. Stasera c’era l’invasione.
Stivale.
Jeans.
Top nero.
Giubbotto in pelle.
Capelli lungo stiratissimo.
Frangia laterale a nascondere un occhio.
E decadenza diffusa e capillare.

Ho socializzato blandamente con Paolo Calcio, un ex promessa di Treviso e Atalanta,
tolto alla vocazione calcistica da un padre-padrone che l’ha ficcato precocemente nell’azienda di famiglia.
Argomento principale: la fedeltà.
Poca, troppo poca.

Ho socializzato blandamente con Coke, caro amico. Reduce da una relazione con una “Mammaconfigliaacarico”.
Specie rara ma pericolosa di donna esigente, volitiva, soggiogante e oppressiva.
“Adesso stai bene?”
“Sì l’influenza è passata”
“…..”
“….?”
“Intendevo per la tipa…”
“Sì, supererò anche questa”

In sottofondo il Dj, un avanguardista, proponeva “Hung up” di Madonna.

Mi annoio. E’ venerdì santo e mi annoio.
Dormo.

Ha fatto da padrino a questo post Joe Lansdale con Capitani Oltraggiosi

5 Comments »

  1. Commento by krossroads — 15 Aprile 2006 @ 09:53

    “tende color ferita aperta”.

    Il cloni delle tipe del GF sono drammi, come quando Mascia ha copiato la mia pettinatura, e tutte a copiare Mascia non sapendo che copiavano me…spiegaglielo te, che il taglio aveva il mio copyright…

  2. Commento by utente anonimo — 15 Aprile 2006 @ 15:20

    Sposerei l’eventuale progetto di una guida, pur stronza, ai locali del nordest. Che è una piroetta solo per dire “Bello”.

    E.

  3. Commento by mume — 15 Aprile 2006 @ 21:20

    E’ il rumore dell’erba.

    Quando non è più bagnata, quando non appiccicca più schifosamente ovunque; quando Punge.

    E tu lo sai.

    L’hai già sentito…

    E lo sai.

    E anche se non ricordi dove, lo sai, lo sai cazzo che non ti stai sbagliando.

    Perchè qualcuno sa ascoltare i suoi graffi.

    (è il Ligabue della nuova generazione, è Arona è l’a)-b)-c)…)

    E’ l’erba che piano sussurra, mentre il vento le piega disegnando a carboncino ombre lontane. Irriconoscibili.

    Certo.

    Ma è il rumore di fondo che conta.

    Onorata, davvero.

    sssssshhhhhh

  4. Commento by utente anonimo — 16 Aprile 2006 @ 15:55

    beh

    non per dire, ma l’influenza è molto peggio, nel 90% dei casi.

  5. Commento by tiptop — 30 Aprile 2006 @ 04:51

    Divertente come scrivi, e i tuoi punti di vista! reduce da happy hour in post impensabile tipo capannone scelto da mia cognata dove l’ingressone era tutto aperto per permettere di fumare nonostante il vento ed il temporale gente all’interno con giacconi e quasi cappellini di lana di quelli che ti fa mettere la mamma quando fa freddo,sono tutta dolorante e non riuscivo più a dormire uffa.

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